Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Cortina, villaggio olimpico vicino al trampolino
Oltre 120 pagine. Gli alloggi nella piana di Socus
CORTINA Un villaggio olimpico sulla piana di Socus, vicino allo storico trampolino di Zuel, per complessivi 2.300 posti letto. È uno dei nuovi particolari del dossier per la candidatura di Cortina alle Olimpiadi 2026.
VENEZIA Qualunque sia l’esito, resterà la corsa alla candidatura olimpica più strampalata della storia. I giochi, ad ogni modo, sono fatti: tutte e tre le località, che a marzo avevano mostrato la disponibilità ad accogliere la manifestazione invernale del prossimo 2026, hanno chiuso i loro dossier e sono pronti a inviarli al Coni. Torino, non senza travaglio, l’ha fatto ieri; mentre oggi seguirà Cortina, che ha confezionato un rapporto di 120 pagine. «Strutture temporanee e costi light», trapelava ieri in serata. E c’è poi Milano. Toccherà a Coni e governo mettersi d’accordo (oggi a Roma si incontreranno il presidente dello Sport italiano, Giovanni Malagò, e il sottosegretario alla presidenza del consiglio il leghista Giancarlo Giorgetti) e infine, proprio al Coni — e succederà il prossimo 10 luglio — porre il timbro definitivo sulla pratica da spedire al Cio.
Perché corsa strampalata? Basterebbe ricordare che fino a metà marzo c’era un bel tavolo apparecchiato per la coppia Milano e Torino (le Olimpiadi del «MiTo», titolavano i giornali); che poi all’ultimo, però, è spuntata Cortina a rompere le uova, con una candidatura tuttavia abborracciata in extremis, assieme a Trento e Bolzano («I Giochi delle Dolomiti»). Ed era solo l’inizio: c’è stato Torino che ha rotto con Milano; Bolzano che prima ha votato in aula contro la candidatura dolomitica, poi ha detto che si trattava di un errore; quindi Torino che si è spaccata al suo interno, con i consiglieri M5S contro la propria sindaca Chiara Appendino e i propri ministri Toninelli e Fraccaro («CoNo» il fantastico nome del comitato contro i Giochi, che anche ieri è sceso in piazza: «Non scegliete noi», l’ultimo appellosuicida dei consiglieri grillini). E il principio era che l’Italia dovese presentarsi compatta. In ogni caso ora le pratiche sono a Roma. Con tanta pace. A Cortina, stando alle indicazioni che verranno inviate oggi al Coni — e che erano state anticipate dal nostro giornale — verrebbero ospitate sette delle 15 diverse discipline, tra cui bob, sulla storica «Eugenio Monti», slittino, skeleton, curling, oltre ovviamente alla gare principi dello sci alpino. Tuttavia i veri cardini del dossier sono due: appunto le «strutture temporanee», da smantellare alla fine dei giochi (centro stampa e villaggio diventeranno materia per la Protezione civile); e l’«accoglienza diffusa» degli atleti, che verranno spalmati infatti su tutte le Dolomiti (ieri si è saputo anche che Cortina, per i suoi 2300 posti letto, pensa alla piana di Socus non distante dallo storico trampolino di Zuel). Mentre ci sarebbe già una prima stima dell’impegno economico: circa 1-1,2 miliardi di euro. E adesso? «Il nostro dossier tecnicamente è il migliore di tutti — dice il sindaco di Cortina Giampietro Ghedina —, ma il problema adesso è la politica». Cioè chi vincerà il braccio di ferro tra M5S (pro Torino) e Lega (Milano o Cortina). Ed è proprio quello il punto.