Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Allarme zecche nel Bellunese: triplicati i malati di Tbe
BELLUNO Sono più piccole della capocchia di uno spillo ma il loro morso può avere conseguenze pericolose. È allarme zecche nel Bellunese, dove i casi di Tbe registrati dal reparto di Malattie Infettive dell’ospedale sono già tredici, il triplo dello scorso anno. Oltre una ventina, invece, le persone che hanno contratto la malattia di Lyme. Dati preoccupanti. Le zecche ormai sono ovunque e le zone verdi sono tutte potenzialmente a rischio. Rimane il limite dei 1.4001.500 metri, sopra il quale l’acaro non dovrebbe riuscire a sopravvivere, ma se è vero che il clima sta diventando sempre più caldo la soglia potrebbe spostarsi. Come difendersi, quindi? «Ci sono tre regole – spiega il direttore dell’Usl Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno – camminare su sentieri battuti evitando le zone ricche di cespugli e non sedersi direttamente sull’erba; indossare abiti lunghi di colore chiaro, chiusi ai polsi e alle caviglie; utilizzare prodotti repellenti per insetti sulla cute e sugli abiti». C’è poi un rito obbligatorio a cui ogni escursionista deve sottoporsi appena tornato a casa: l’ispezione, meglio se aiutato da qualcuno. Il fenomeno non è da sottovalutare. «I casi di Lyme sono sottostimati – chiarisce il primario di Malattie Infettive, Ermenegildo Francavilla – perché la borelliosi si manifesta, nel 90 per cento dei casi, con un eritema migrante che viene curato dal medico di base con antibiotici. Diverso il discorso per la Tbe. Le conseguenze possono essere più tragiche ma c’è il modo per prevenirla: il vaccino». Il costo è di 47 euro per gli adulti e 37 per i bambini, e sono necessarie tre somministrazioni più i richiami ogni tre e cinque anni. I tempi di attesa (di 40 giorni) sono destinati ad allungarsi. «Incosciente chi va in montagna senza averlo fatto» conclude Francavilla.