Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ricorda il figlio suicida ogni mese fuori da scuola Condannato per stalking
L’arresto di quattro VENEZIA anni fa e il processo per stalking e diffamazione che si è concluso ieri con la sua condanna, è come se non ci fossero mai stati. Lui, Pierluigi Pasqualetto, 70 anni, ogni 10 del mese è sempre lì, davanti alla scuola dove insegnava suo figlio Leonardo e da cui quella mattina del 10 novembre 2011 se ne scappò, dopo essere stato richiamato dalla preside perché aveva una relazione con una sua studentessa, per poi togliersi la vita impiccandosi a casa a soli 36 anni. C’era anche un mese fa, il 9 giugno, in anticipo solo perché era l’ultimo giorno di scuola. «E ci sarò sempre per ottenere la giustizia che merita», scrive a ripetizione sul suo profilo Facebook, dove ha 5 mila amici e dove ieri ha dato lui stesso l’annuncio della sentenza avversa, scatenando un profluvio di attestati di solidarietà.
Il giudice Sara Natto l’ha infatti condannato a otto mesi di reclusione (pena ovviamente sospesa) e al risarcimento di 7 mila euro più spese legali nei confronti di quella preside che – secondo la denuncia che aveva presentato – si era sentita perseguitata dalla sua presenza ogni mese davanti a scuola. «Espressioni come assassina, delinquente, mafiosa sono altamente diffamatorie, così come ipotizzare un complotto e un accordo di collusione con gli ispettori del ministero - aveva detto il pm Raffaele Incardona alla scorsa udienza, chiedendo la condanna a un anno - Quanto allo stalking, i testimoni hanno confermato che la vita della preside è cambiata per questi comportamenti: per esempio non entrava più a scuola da sola». «Non si può estrapolare questo processo dalla vicenda più ampia - aveva replicato il suo legale Bruno Tegon - Noi non facciamo processi a nessuno, ma il mio cliente voleva solo capire se si sarebbe potuto fare qualcosa per evitare il suicidio di suo figlio. Non si può farlo tacere, deve venire fuori la verità».
Pasqualetto aveva infatti presentato svariati esposti in procura per istigazione al suicidio e al ministero dell’Istruzione. Ora lui, grillino di fede, punta sul «governo del cambiamento». «Ho mandato nuova documentazione, la giustizia trionferà», dice sicuro. Quanto alla sentenza di condanna, continuerà a combattere: «Sono stato condannato per reati mai commessi annuncia sempre sui social
network - Ricorrerò in appello e se del caso in Cassazione e se del caso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Nessuno mi fermerà, costi quel che costi per me».