Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mogliano, salvati 350 ragazzi della Union Pro
MOGLIANO Il presidente della squadra di calcio (350 ragazzi iscritti) coinvolto in un’operazione anti mafia e il rischio di una «scalata» di compratori esterni. A quel punto sei genitori decidono di aprire i portafogli e di acquisire la società. È la storia della rinascita dell’Fc Union Pro 1928, club nato nel 2012 dall’integrazione delle società calcistiche di Mogliano e Preganziol. Ieri il nuovo presidente, Enrico Lorenzoni, ha raccontato l’avventura: si parte da un investimento di 70mila euro.
MOGLIANO Un’inchiesta della Dda sulla ‘ndrangheta, l’allora presidente Marco Gaiba finito sotto la lente degli inquirenti e l’impossibilità di continuare a dirigere una società calcistica con 350 ragazzi iscritti. Il rischio di una «scalata» di compratori esterni e la reazione d’orgoglio di sei genitori, che decidono di aprire i portafogli e di acquisire così la società.
E’ la formula della ripartenza dell’Fc Union Pro 1928, club nato nel 2012 attraverso l’integrazione delle società calcistiche di Mogliano e Preganziol forte, però, dell’eredità di una esperienza le cui radici si allungano indietro di novant’anni. Ieri il nuovo presidente, Enrico Lorenzoni, alla presenza degli altri soci, dei collaboratori e dei sindaci dei due Comuni, ha descritto la «formula magica» intrapresa, probabilmente del tutto inedita, grazie alla quale la prossima stagione potrà iniziare in assoluta continuità con il campionato Eccellenza della prima squadra e con i tornei di tutte le 22 squadre in cui militano 350 bambini e ragazzi. «Uno sforzo finanziario da settantamila euro per rilevare il ramo d’azienda sano della società precedente — ha detto Lorenzoni — lasciando passività e debiti al vecchio proprietario, e per affrontare, da settembre, le attività ad ogni livello».
Un’avventura che richiede risorse per trecentomila euro l’anno, di cui circa centoventimila provenienti dalle quote di iscrizione e nella quale c’è tutta la volontà di coinvolgere direttamente le altre famiglie. E magari coordinarsi con volontariato e associazioni del territorio. Senza far mistero, naturalmente, delle porte spalancate che avrebbero altri sostenitori, siano essi sponsor o soci desiderosi di affiancare i «magnifici sei». «Garantiremo fondi pubblici — hanno detto i sindaci di Mogliano e Preganziol, Carola Arena e Paolo Galeano — per consentire anche alle famiglie in difficoltà di poter sostenere i costi dell’iscrizione alla società». Nonostante sia stato l’origine della crisi, Lorenzoni ha voluto ringraziare il suo predecessore, Marco Gaiba, «per aver scelto di cedere la società al nostro gruppo e non ad altri disponibili a pagare di più». Il riferimento è, in prima battuta, al Treviso (il ripescaggio in Eccellenza risale a tre giorni fa), e dunque al tempo interessata al titolo sportivo moglianese. In questa ipotesi, però, il rischio sarebbe stato quello di una migrazione di gran parte delle squadre sotto la gestione dei colori del capoluogo e quindi uno snaturamento della funzione fin qui svolta dalla Union Pro nella zona.
Rischio scongiurato e condizioni ideali per allontanare il più possibile la memoria del problema che ha coinvolto Gaiba, finito lo scorso gennaio agli arresti domiciliari perché indagato nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro per presunti rapporti con ambienti della ‘ndrangheta.