Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Acidi nelle falde Miteni bloccata dalla Provincia
TRISSINO (VICENZA) La Provincia di Vicenza blocca un settore dell’industria chimica Miteni di Trissino, già finita nel mirino della procura che indaga per disastro ambientale in merito all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas) nella falda di una vasta zona, anche delle province di Verona e Padova. Lo stop è arrivato per la lavorazione dei rifiuti e delle linee legate alla molecola utilizzata al posto dei Pfas, il GenX (nome commerciale dell’Hfpo-Da, acido dimerico esafluoropopilene ossido) segnalato alla Regione dal ministero delle Infrastrutture olandese, che a marzo aveva riferito del trattamento di rifiuti tossici nell’azienda per conto di un impianto del Paese dei tulipani. Certo, non è il sequestro dell’intero stabilimento di Trissino che le «mamme no Pfas» e altri movimenti erano tornati a chiedere solo venerdì pomeriggio, con un nuovo sit-in davanti al tribunale.
L’ordine di fermare le linee del GenX è arrivato proprio venerdì sera su indicazione di Arpav, che aveva rilevato concentrazioni di questo acido «in alcuni punti delle acque sotterranee negli immediati dintorni dello stabilimento e, in modeste quantità, in alcuni pozzi a valle». Di qui il nuovo filone di indagine che potrebbe aprire a breve la procura, e la Provincia che impone la sospensione «a titolo precauzionale» dell’ attività di recupero del rifiuto e delle linee produttive utilizzate. E così sarà «fino al completamento degli accertamenti da parte di Arpav». Perché, spiega Matteo Macilotti, sindaco di Chiampo e consigliere delegato all’Ambiente della Provincia, «Miteni dal 2014 ha l’autorizzazione Aia rilasciata dalla Regione a trattare quei rifiuti, non a far finire l’acido nell’ambiente: sono lavorazioni attuali, non possiamo permettere che proseguano». Miteni dovrà fornire a Provincia, Arpav, Regione, Comune e ministero dell’Ambiente una relazione tecnica che individui le possibili cause dello sversamento. E dovrà attivarsi «per evitare l’inquinamento della falda». L’azienda sostiene di aver interrotto le lavorazioni «incriminate» ancora prima che gli venisse imposto, «quando è stata rilevata la presenza di inquinante, per fare tutti gli accertamenti» spiega. Nel frattempo consiglieri regionali e comunali del Movimento 5 Stelle plaudono all’azione della Provincia, «ma – dicono - ora la procura faccia la sua parte: sequestri l’azienda e i suoi beni e ordini la bonifica del sito». A sostenere l’azione della Provincia anche il Pd vicentino, che tramite il capogruppo in consiglio regionale Stefano Fracasso incalza: «La giunta regionale a questo punto deve intervenire con poteri di ordinanza, non può continuare a chiamarsi fuori».