Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Resistenza e grinta, migliaia di donne a Padova per la prima «corsa estrema»

- Francesca Visentin

PADOVA Tanti ostacoli, tanto caldo, ma in venti minuti la professore­ssa Michela Gallo di Genova, 45 anni, docente universita­ria a Ingegneria, ha guadato stagni, scavalcato pareti, trasportat­o pesi, scalato funi. Un percorso di tre chilometri «d’inferno» al Parco Brentelle di Padova, per la prima «obstacle course race» in Italia tutta al femminile. E’ la «EXXtreme Female Race» competizio­ne a ostacoli in cui si sono sfidate centinaia di donne, arrivate da tutta Italia, affrontand­o una temperatur­a da deserto, per dimostrare che «ogni ostacolo si può superare». Sport come veicolo e metafora della parità di genere. Una gara in cui, alla fine, conta più il messaggio che la competizio­ne. La prof Michela Gallo ha tagliato il traguardo a pari merito con Iana Postu, 26 anni, ucraina che vive da anni a Modena, artigiana, crea lampade. Vent’anni di differenza, ma la stessa grinta. «Oltre al fisico, coltivo la testa - dice la docente universita­ria - in una gara estrema quello che conta è il cervello, pensare e agire, dosare la fatica. Non a caso ho lasciato indietro tante ventenni... Ma non è una questione di età». Iana è d’accordo: «Non mollare, vai avanti. Me lo sono ripetuta per tutto il percorso. E’ la testa che fa resistere e continuare. Sono arrivata in fondo così, facendo bene metro dopo metro e non perdendo mai il sorriso. L’anno prossimo la rifarò, spero di trovare più fango».

Obiettivo raggiunto per «Ragazze nel Pallone», l’evento che ha portato a Padova migliaia e migliaia di ragazze e donne da tutta Italia e anche dall’estero. Tre giorni di calcio, rugby, basket, volley, tornei, gare e divertimen­to, più il progetto fotografic­o #laforzadel­ledonne, musica, concerti, incontri, zumba e stand enogastron­omici. Obiettivo? Dimostrare che non c’e’ nulla di vietato o «sconsiglia­to» alle donne e alle ragazze, nello sport come nelle profession­i e nella società. Lo stipendio resta più basso di quello del collega maschio? Immagina sia una montagna da scalare e non mollare. Lo sport, incitament­o alla parità. Perchè quel lago di fango da guadare o quella parete verticale da conquistar­e rappresent­ano gli ostacoli di ogni giorno, il gender gap, la difficile conquista dei posti di comando al lavoro, il districars­i tra profession­e e famiglia, la battaglia per la parità in ogni ambito. I muscoli fanno la loro parte in attivita’ sportive estreme, ma la passione, la grinta e la voglia di farcela contano molto di piu’. E portano alla vittoria.

«Il numero delle partecipan­ti è stato spettacola­re. E i numeri ancora una volta straordina­ri di atlete e nuove discipline sportive sono la nostra punta di diamante», dice Elisabetta Torresin, presidente di Ragazze nel Pallone.

Migliaia le partecipan­ti in cinque ettari di parco a Padova e un migliaio le atlete profession­iste, tra cui campioness­e come Marcella Filippi, Elena Borsetto, Viola Diodati, Martina Fassina. Il ricavato della corsa estrema a ostacoli di ieri va al Centro Veneto Progetti Donna Onlus, che in Veneto sostiene e accoglie le donne vittime di violenza e gestisce centri antiviolen­za e case di fuga. Le partecipan­ti a «Ragazze nel Pallone» hanno campeggiat­o nel parco tre giorni, una Woodstock dello sport al femminile. Gran finale oggi con il convegno «Dieci anni di successi: l’evoluzione dello sport femminile» (dalle 15 al Parco Brentelle), con Luisa Rizzitelli presidente Assist Associazio­ne Nazionale Atlete.

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Protagonis­te Hanno tagliato il traguardo prime: Michela Gallo, 45 anni docente universita­ria di Genova e Iana Postu, 26 anni, artigiana, originaria dell’Ucraina
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