Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il sindaco Poletto e il caos Etra «Così si è dissipato un tesoretto»
«Distribuire gli utili ha impoverito la società anche in vista delle fusioni»
BASSANO La spaccatura tra i 75 sindaci dei Comuni di Etra società che si occupa del servizio idrico e della raccolta e smaltimento dei rifiuti - sull’utilizzo degli utili, 7 milioni e 600mila euro, ha lasciato l’amaro in bocca al primo cittadino Riccardo Poletto, che è anche il presidente della Conferenza dei servizi della multiutility.
«Sono rimasto basito quando i colleghi di Asiago e del Padovano, ad esclusione di alcuni, hanno votato a favore della distribuzione dell’avanzo ai Comuni soci, linea che poi è passata nonostante il Bassanese avesse votato compatto contro - spiega - Perché, in precedenza sembravamo tutti d’accordo di destinarlo ad investimenti per migliorare i servizi di Etra». Secondo Poletto, la scelta dei colleghi è stata inopportuna. E per due motivi. «Con quel tesoretto avremmo potuto riqualificare la rete idrica, obsoleta in numerosi tratti del territorio, e riqualificare il servizio - chiarisce - In secondo luogo, distribuendo gli utili impoveriamo Etra, costringendola ad indebitarsi per procedere con gli investimenti. E ne riduciamo la forza in vista della possibile fusione con Ava, Alto vicentino ambiente, l’ente gestore del ciclo dei rifiuti dell’area altovicentina. Procedura per la quale Etra ha già avviato un mandato esplorativo».
Per protestare contro il voto e il «voltafaccia di molti colleghi», si è dimesso il presidente del consiglio di Consiglio di sorveglianza, Cristiano Montagner, sindaco di Mussolente. «Chi ha deciso per la distribuzione si deve assumere la responsabilità di favorire l’indebolimento della società sbotta - Così la si depaupera e se ne frena lo sviluppo. Etra non va intesa come un bancomat. Ci sono Comuni, come quello di Asiago, dove la rete idrica registra perdite di quasi il 70 per cento; nel resto del territorio è mediamente del 40 per cento. Come fa un’amministrazione a sostenere un costo così elevato per sanare la situazione. Inoltre, riducendo la liquidità si mette a rischio l’identità e la crescita della stessa società in questa delicata fase che dovrebbe portare alle aggregazioni. Temo che la frattura tra i sindaci possa avere conseguenze anche nella definizione degli scenari futuri».
È in questo clima carico di tensione che nelle prossime settimane si dovranno nominare i nuovi organismi societari: il Consiglio di sorveglianza e quello di gestione, entrambi scaduti il 30 giugno scorso.
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La presidenza del primo, come da accordi, spetta all’area bassanese; la guida del secondo dev’essere invece espressione del Padovano. «Noi abbiamo individuato i nomi dei papabili - assicura Poletto, che però non vuole svelarne le identità - mentre ancora tutto tace dall’area padovana, nonostante i nostri ripetuti solleciti. È facile ipotizzare che per le nomine slitteremo a dopo le ferie». Tra i nomi che circolano nel Bassanese ci sono quello di Mirella Cogo, primo cittadino di Schiavon, e del collega di Romano d’Ezzelino Simone Bontorin. La scelta tra i due dipenderà anche dagli equilibri politici e da un’eventuale riconferma di Andrea Levorato a capo del Consiglio di gestione, nomina che spetta ai sindaci del Padovano.
Poletto Basito dal comportamento di Asiago e di alcuni padovani