Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Punto nascita chiuso a Valdagno, i sindaci pronti alla mobilitazione «Torneremo in piazza»
VALDAGNO «Siamo pronti a tornare in piazza. Io sarò sempre in prima fila per difendere il punto nascite di Valdagno». Non ha dubbi Martino Montagna, presidente del comitato sindaci del distretto ovest dell’Usl Berica, dopo le novità negative in arrivo dal ministero della Salute: assieme ad altri tre punti nascite veneti (Adria, Trecenta e Piove di Sacco) il reparto dell’ospedale San Lorenzo è destinato ad essere chiuso, perché non raggiunge i 500 parti all’anno.
Per la maternità valdagnese, stavolta, la decisione della chiusura sembra essere definitiva. Il ministero della Salute ha previsto la chiusura in tutta Italia di 561 reparti (di cui quattro in Veneto) attuando così la legge Lorenzin del 2015, che dispone la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno, ritenuti non più sufficienti sicuri per mamme, neonati e operatori sanitari. Il 2 luglio scorso Andrea Urbani, direttore generale della programmazione per il ministero della Salute, ha comunicato la decisione alla Regione Veneto. Da un paio d’anni infatti Venezia aveva avviato una mediazione con il «Comitato percorso nascita nazionale» del ministero per ottenere una deroga alla legge che impone la chiusura (non solo per
Valdagno), ma la lettera arrivata da Roma lascia ben poche speranze. L’ospedale
San Lorenzo, con 399 parti l’anno scorso, secondo il ministero non avrebbe caratteristiche orografiche sfavorevoli al punto tale da richiedere una deroga (a differenza dell’analogo punto nascite di Asiago, che rimarrà aperto), anche per la vicinanza degli analoghi reparti a
Santorso, Arzignano e
Vicenza.
Due anni fa, quando si era iniziato a sentir parlare di chiusura, nell’Ovest
Vicentino la mobilitazione in difesa dell’ospedale era stata imponente: sindaci e comitati avevano portato in piazza settemila persone. E l’allarme alla fine, anche grazie a un impegno diretto del governatore Luca Zaia, sembrava essere rientrato. Dall’Usl 8 Berica, che non ha ancora ricevuto dalla Regione una comunicazione ufficiale, per ora non si commenta la questione. Il presidente del comitato sindaci si dice invece pronto «a riprendere la battaglia, e spero che quella che c’è già stata non venga dimenticata – osserva Montagna – il punto nascite valdagnese peraltro, poche settimane fa, è stato pure potenziato. Ora la palla passa alla Regione Veneto: sono sicuro che dati i buoni rapporti con il nuovo governo la decisione della chiusura, che di sicuro arriva dal governo precedente, possa essere modificata». Il sindaco di Valdagno, Giancarlo Acerbi rileva che «a distanza di due anni dall’ipotesi di chiusura del punto nascite di Valdagno molto è stato fatto fino ad oggi. Sul polo ospedaliero sono stati infatti realizzati importanti investimenti e il punto nascite ha confermato la propria qualità. Il numero di parti è in costante aumento, al tal punto che in poco tempo si potrebbe tranquillamente raggiungere il fatidico numero dei 500 parti. Con Usl e Regione, pertanto, intendiamo collaborare per proseguire su questo percorso positivo e mantenere tutti i servizi».
” Montagna Quel reparto è stato appena potenziato
” Acerbi A Valdagno i parti sono in costante aumento