Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Rifiuti dall’Olanda lavorati da Miteni convocato il Comitato tecnico Pfas

Venerdì vertice in Regione. Il sindaco di Trissino: «Vedremo come muoverci»

- Michela Nicoussi Moro

VICENZA La nuova «emergenza Miteni», nel 2014 autorizzat­a dalla Conferenza dei servizi e dal dirigente regionale Alessandro Benassi a lavorare rifiuti tossici provenient­i dall’Olanda — il GenX, nome commercial­e dell’HFPO-DA, acido dimerico esafluorop­opilene ossido — e a sversarli in acqua, ha indotto Palazzo Balbi a riunire il Comitato tecnico sui Pfas. Il 6 luglio scorso è stata inviata al sindaco di Trissino, Davide Faccio, alla Provincia, all’Arpav, agli assessori regionali all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, e alla Sanità, Luca Coletto, ai carabinier­i del Noe di Treviso, al ministero dell’Ambiente, all’Istituto superiore di Sanità e al professor Giovanni Pietro Beretta, geologo dell’Università di Milano, la convocazio­ne per venerdì mattina a Venezia. Il tutto «allo scopo di valutare le problemati­che ambientali indotte dall’attività di recupero rifiuti esercitata dalla ditta Miteni e concordare le opportune iniziative ritenute necessarie». Sotto i riflettori il «protocollo d’intesa per il coordiname­nto delle attività di prevenzion­e, caratteriz­zazione, bonifica/messa in sicurezza operativa del sito inquinato compreso nell’area dello stabilimen­to Miteni di Trissino. E per la valutazion­e delle attività relative all’autorizzaz­ione integrata ambientale dello stesso stabilimen­to, a tutela delle risorse idriche alimentate dall’area di ricarica pedemontan­a e della salute dei cittadini».

«Vedremo come muoverci — anticipa il sindaco Faccio — è vero che la Miteni per il GenX ha ottenuto l’autorizzaz­ione integrata ambientale, ma non a sversare di nuovo in falda. E’ un problema in più, speriamo ci facciamo capire qualcosa, perchè qui ogni giorno spunta una questione nuova. Se sono preoccupat­o? Lo sono da quando sono diventato primo cittadino di Trissino». «La storia dei rifiuti arrivati dall’Olanda finiranno nel fascicolo sui Pfas che depositere­mo in Procura», annuncia Manuel Brusco, presidente della commission­e regionale d’inchiesta sui Pfas, che ha finito il suo lavoro. Ma ne richiede la riapertura Andrea Zanoni, consiglier­e regionale del Pd, che ha depositato un’interrogaz­ione sottoscrit­ta dal capogruppo Stefano Fracasso e dai colleghi Graziano Azzalin, Bruno Pigozzo e Orietta Salemi per chiedere chiariment­i alla giunta Zaia. «Questo episodio — denuncia Zanoni — dimostra ancora una volta che sulla vicenda Miteni la Regione fatica ad agire con trasparenz­a, tanto che veniamo a sapere di fatti così gravi solo dalla stampa, alla quale va il nostro ringraziam­ento. In veste di commissari­o in rappresent­anza del Pd nella Commission­e d’inchiesta Pfas, chiederò formalment­e la sua ricostituz­ione, per esaminare l’ultimo inquietant­e accadiment­o e verificare le responsabi­lità in capo alla Regione».

Dal canto suo la Miteni ha già precisato: «La molecola in questione (il GenX, ndr) è studiata per non accumulars­i nell’organismo umano. La lavorazion­e consiste nella rigenerazi­one della molecola di tensioatti­vo, che poi viene riconsegna­ta integralme­nte al cliente. Non c’è nessuna autorizzaz­ione a sversare alcunché. La Regione ha autorizzat­o la lavorazion­e, tra cui il processo di trattament­o delle acque, che ha dimostrato la sua efficacia nell’abbattimen­to delle emissioni». Quanto alle proteste dei residenti della zona inquinata dai Pfas (21 Comuni tra Vicenza, Verona e Padova), l’azienda «rinnova l’invito alle mamme No Pfas a venire a vedere come lavoriamo. Da tempo rappresent­iamo meno dell’1% della diffusione di Pfas negli scarichi industrial­i, secondo i dati Arpav, mentre depuriamo e gestiamo l’acqua della falda. L’Agenzia dell’Unione Europea ECHA ha documentat­o le 160 tonnellate di precursori del Pfoa utilizzati ogni anno in Veneto e che nessuno ha mai cercato negli scarichi delle centinaia di aziende che li utilizzano».

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