Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Serenissima ristorazione, il fatturato vola a 300 milioni
VICENZA Un fatturato da 300 milioni e un utile da 7,7 milioni: sono i numeri del bilancio 2017 del colosso vicentino Serenissima Ristorazione. Il gruppo, specializzato nella fornitura di pasti per aziende, scuole, enti pubblici, aziende sanitarie, accompagna i dati con annunci di investimenti e una nuova linea, già presente, di «alta gastronomia»; sullo sfondo resta la questione del ricorso pendente in Consiglio di Stato per l’appalto di fornitura agli ospedali di Treviso e Belluno, Venezia, Rovigo e Padova.
Il giro d’affari è in crescita (due anni fa Serenissima aveva chiuso a quota 293 milioni), e l’azienda vanta un numero di pasti distribuiti superiore ai 30 milioni l’anno. I dipendenti sono più di settemila, la società ha controllate in Spagna (Serenissima Iberia e La Dujonka) e in Polonia (Serenissima Polska). Dati e considerazioni che fanno sorridere il presidente di Serenissima Mario Putin: «Gli investimenti programmati e realizzati nel biennio 2015-2016 ci hanno permesso di inaugurare nel 2017 una nuova ala dedicata alla preparazione di piatti pronti di alta gastronomia, destinati alla grande distribuzione organizzata e a catene commerciali di ristorazione» spiega il manager. Gli investimenti hanno permesso alla Spa di ottenere la certificazione Ifs Food: «Ci permetterà lo sviluppo sia di nuove linee di business sia di nuovi mercati esteri – insiste Putin - solo grazie ad una strategia pianificata di investimenti si può garantire un continuo sviluppo». Il manager annuncia che il prossimo piano industriale prevederà un investimento «di oltre 20 milioni in ricerca e sviluppo».
Intanto, resta in sospeso la «guerra» (commerciale) fra la Spa vicentina e un altro colosso della ristorazione, la Dussmann Service. La concorrente tedesca ha fatto ricorso al Consiglio di Stato per il mega appalto da 303 milioni per i pasti nei tre lotti degli ospedali veneti, vinto da Serenissima. Il Consiglio si pronuncerà a novembre, nel frattempo in attesa della sentenza la veneta Azienda Zero ha deciso di lasciare le cose come stanno (quindi, per ora, i pasti li distribuiscono i tedeschi).