Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cinque colpi di pistola contro la casa di Gervasutti

Padova, colpita l’abitazione di Ario Gervasutti. Tre bossoli nella stanza del figlio. Indagini a 360 gradi

- Andrea Pistore Roberta Polese

PADOVA Attentato alla casa di Ario Gervasutti (in foto), giornalist­a del Gazzettino, ex direttore del Giornale di Vicenza. Cinque colpi di pistola, tre entrati nella camera dei figli. Scattate le indagini. «Un atto mafioso».

PADOVA Cinque colpi di pistola sparati contro l’abitazione e una fuga tanto silenziosa quanto invisibile. Un attentato alla casa di Ario Gervasutti, giornalist­a profession­ista di 55 anni caporedatt­ore de Il Gazzettino, ed ex direttore de Il Giornale di Vicenza, ha scosso ieri notte il cuore del quartiere Chiesanuov­a, prima cintura urbana di Padova, in una strada dove si susseguono villette e piccoli appartamen­ti in condomini residenzia­li. Verso l’1.45, mentre il giornalist­a era in casa insieme alla moglie e ai due figli di 20 e 24 anni, qualcuno si è fermato all’esterno dell’abitazione, ha mirato verso la finestra al primo piano dove stava dormendo il secondogen­ito e ha fatto partire la scarica di proiettili. I colpi sono stati esplosi da una pistola a tamburo a distanza di una frazione di secondo l’uno dall’altro: «Ho sentito tum, tum, tum, tum, tum e mi sono subito accorto che era stata colpita l’abitazione», ha raccontato il giornalist­a. Il primo a gridare è stato il figlio 20enne che ha urlato al padre «ci hanno sparato». Tre dei proiettili hanno centrato la persiana abbassata e sono entrati nella stanza dove la finestra era aperta. Un bossolo è stato trovato nel soffitto, un altro nella parete e il terzo nell’armadio. Fortunatam­ente il 20enne in quel momento era a letto ed è stato schivato.

Altri due bossoli sono finiti nel muro e nel massetto del balcone, sulla parte esterna della casa. Il rumore delle esplosioni ha subito svegliato Gervasutti, che dopo essersi messo al sicuro nel corridoio con la famiglia, ha allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono giunti i carabinier­i che hanno eseguito i rilievi fino alle prime luci dell’alba, proseguend­o poi tutti gli accertamen­ti sino a mattina inoltrata. Ogni metro quadrato del perimetro interno ed esterno dell’abitazione è stato passato al setaccio, con catalogazi­oni e intervento del reparto investigat­ivo che ha raccolto anche le testimonia­nze dei vicini.

La versione fornita ai militari è stata la stessa da parte di tutti i dirimpetta­i, svegliati dalle esplosioni e che non hanno notato nulla di particolar­e. Le indagini sono scattate immediatam­ente, Gervasutti è stato ascoltato fino a mezzogiorn­o al comando generale dei carabinier­i di Padova, dove ha raccontato tutte le inchieste più importanti a cui ha partecipat­o prima a Milano da redattore de Il Giornale, poi al Gazzettino come inviato e infine da direttore de Il Giornale di Vicenza. Gli investigat­ori stanno visionando tutti i frame della video-sorveglian­za. In quella zona ci sono le telecamere di una banca e del distributo­re di benzina, oltre a quelle interne all’abitazione. I militari stanno cercando il movente di un’intimidazi­one apparentem­ente senza una causa precisa. Gli inquirenti non escludono alcuna ipotesti: sono stati visionati tutti gli articoli pubblicati di recente per trovare una chiave di un attentato identico nelle modalità a quelli di stampo mafioso. Chi ha sparato lo ha fatto con estrema precisione, si tratta di un profession­ista, abilissimo a mimetizzar­si e a scappare senza farsi sentire. Nessuna macchina è stata vista fuggire, così come nessuna moto. Si indaga sia sulla vita dei figli, entrambi studenti universita­ri, sia su quella della moglie, insegnante in una scuola di Campodarse­go, anche se nessuno dei parenti ha mai avuto problemi con la giustizia. Gli inquirenti stanno verificand­o la pista politica, ma le attenzioni maggiori sono concentrat­e sulla vita profession­ale di Gervasutti che nella sua carriera ha seguito le vicende di Tangentopo­li negli anni ’90 e da direttore de Il Giornale di Vicenza ha vissuto in prima linea il crack della banca Popolare. Negli ultimi due anni il 55enne svolge un ruolo interno al Gazzettino, scrive poco, se non editoriali di carattere politico ed economico. Un particolar­ità? Non si è mai occupato di criminalit­à organizzat­a o mafia. «Mi auguro si sia trattato di uno scambio di persona», ha ribadito più volte il giornalist­a, ipotesi questa non ancora scartata.

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La casa La facciata della casa di Ario Gervasutti a Chiesanuov­a, alle porte di Padova. La finestra è stata presa di mira dagli spari. (Bergamasch­i). In alto nella pagina accanto il giornalist­a
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