Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Avvocati bocciati, scoppia il caso
All’esame di Stato veneti penultimi in Italia. «Il ministero della Giustizia mandi gli ispettori»
VENEZIA Sessione da tregenda per i praticanti avvocati del Veneto, partiti pieni di speranze per affrontare la prima prova del fatidico esame di abilitazione professionale e rientrati furiosi dopo aver scoperto di essere tra i peggiori d’Italia. «Una strage» si legge tra social network, forum e siti di riferimento, specie se confrontati con i risultati messi a segno dagli altri distretti d’appello. Pierantonio Zanettin, ex Csm. «L’unica strada è il ricorso al Tar».
VENEZIA È andata peggio solo a Caltanissetta. E lì, gli aspiranti avvocati, erano molti meno, all’incirca un quinto. Sessione da tregenda per i praticanti del Veneto, partiti pieni di speranze per affrontare la prima prova del fatidico esame di abilitazione professionale e rientrati furiosi dopo aver scoperto di essere tra i peggiori d’Italia. Allo scritto (un parere di civile ed uno di penale, più un atto alternativamente di civile, penale o amministrativo) si erano presentati in 1.162; sono passati all’orale in 377, il 32,4%. «Una strage» si legge tra social network, forum e siti di riferimento, specie se confrontata con i risultati degli altri distretti: promosso il 58,1% dei candidati a Catanzaro, il 64,8% a Torino, addirittura il 70,8% a Firenze. La media nazionale è del 45,1%, tredici punti sopra.
Possibile che i veneti, laureati per la maggior parte nella prestigiosa scuola giuridica del Bo di Padova e a Verona, siano tutti somari?, si chiedono i ragazzi (in qualche caso consolati dai dominus increduli), adombrando complotti e vendette da parte degli storici «rivali» di Bologna chiamati a correggere i compiti. Ora, senza addentrarsi in dietrologie, è chiaro che il meccanismo di valutazione lascia molti con
” Gianluca Schiavon Non c’è trasparenza nelle valutazioni, il ministero mandi gli ispettori a Bologna
l’amaro in bocca, se non altro perché è impossibile avere risposta alla più semplice delle domande: dove ho sbagliato? Gli elaborati vengono infatti riconsegnati completamente bianchi, immacolati, senza segni che indichino errori di forma, concettuali o logici. Nessuna griglia valutativa, nulla che permetta di capire le ragioni di una bocciatura non soltanto rispetto ai colleghi degli altri distretti ma anche rispetto a quelli dello stesso distretto che sono invece riusciti a superare la prova, magari con soluzioni simili. Solo il voto della commissione valutatrice.
«Sono curioso di sapere come intendono comportarsi gli ordini veneti - dice Gianluca Schiavon, responsabile Giustizia di Rifondazione comunista a cui si sono rivolti molti praticanti - ma anche che faranno i nostri parlamentari perché è chiaro che questi risultati, specie se confrontati col resto d’Italia, impongono approfondimenti e trasparenza. Nell’immediato il ministro della Giustizia dovrebbe mandare gli ispettori presso la Commissione del Distretto di Corte d’Appello di Bologna che ha corretto i compiti di Venezia. Nel lungo periodo, invece, va pensata una modifica normativa che renda meno arbitraria l’ammissione agli orali, riducendo la disparità di trattamento con gli altri ordini professionali, penso ad architetti e ingegneri, ed il resto d’Europa. In Spagna non c’è l’esame, altrove si opta per una preselezione “a crocette”, che per un breve periodo fu utilizzata anche in Italia nel concorso di magistratura». Pierantonio Zanettin, avvocato, ex membro del Csm e deputato in commissione Giustizia, allarga le braccia: «Da che ho memoria è sempre stato così. Anch’io fui bocciato la prima volta, nel 1986, e la vissi come una violenza. Qualche passo avanti è stato fatto, penso al sorteggio delle commissioni di valutazione, ma certo è poca roba. I compiti in bianco? Inutile girarci attorno, si tratta di una prassi consolidatasi ad hoc per ostacolare i ricorsi al Tar. Ma al di là delle proteste, quella è l’unica via: rivolgersi al giudice amministrativo. E non demordere». Ma va detto che il ricorso al Tar è una strada per molti inaccessibile, anche per via dell’alto costo del contributo unificato.
Non intravede soluzioni all’orizzonte neppure Giacomo Guidoni, coordinatore Triveneto dell’Aiga, l’associazione dei Giovani Avvocati: «Spiace per i colleghi ma ho 40 anni, ho sostenuto l’esame 13 anni fa e le criticità erano esattamente le stesse, come la percentuale dei promossi, che si aggira da sempre attorno al 30%. Lo scritto è lo scoglio più duro, anch’io ricevetti un’insufficienza e anch’io non riuscii ad avere risposta sul perché, si stupirono perfino i commissari. L’orale è invece più meritocratico, anche se ora, con la riforma, paradossalmente peggiorerà pure quello, diventando una prova sempre più teorica e sempre meno pratica». Guidoni, in ogni caso, non punta il dito contro le commissioni valutatrici: «I compiti sono tantissimi, gli esaminatori pochi, il tempo stringatissimo. È dura garantire un minimo di qualità a queste condizioni».
Pierantonio Zanettin Alcuni passi avanti sono stati fatti ma molte storture restano. L’unica soluzione è il ricorso al Tar