Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Auto catorcio e pasticcio del bollo. «Il caso a Roma»
VENEZIA «Porterò il problema all’attenzione della Conferenza delle Regioni perché discuta con il nuovo governo l’auspicata armonizzazione di una tassa che incide in maniera determinante sulla propensione al collezionismo e sulla vitalità di un artigianato di qualità». Parole del vicepresidente della Giunta regionale del Veneto, Gianluca Forcolin, con delega ai tributi, come replica al caso sollevato dal Corriere del Veneto nell’edizione di domenica relativa ad una curiosa distorsione legislativa a causa della quale i circa 30 mila veneti proprietari di automobili e motociclette con oltre 20 anni di età dovranno integrare la componente di bollo auto non versata per gli anni 2016 e 2017. La questione è abbastanza intricata e riguarda un importo complessivo per circa sei milioni di euro che la Regione dovrà «suo malgrado» incamerare.
Per semplificare, l’obbligo dei possessori di auto storiche di pagare la tassa automobilistic a per intero, dunque senza più le agevolazioni in vigore fino a tre anni fa, deriva da un braccio di ferro fra Palazzo Balbi e l’allora governo guidato da Matteo Renzi. Nel contenzioso, deciso dalla Corte Costituzionale, c’era in ballo il diritto o meno della Regione di legiferare in materia, argomento poi risolto in senso negativo per quanto riguarda l’importo della tassa, pur rimanendo fuori discussione il fatto che l’introito debba rimanere sul territorio. «Questo - spiega Forcolin - è l’effetto delle scelte centralistiche adottate dal governo Renzi e del mancato riconoscimento di specifici ambiti di autonomia regionale. In fondo alcuni precedenti in materia già ci sarebbero, come l’esenzione dalla tassa di circolazione per i mezzi del volontariato adibiti a trasporti sociali e per quelli della protezione civile, che la Regione Veneto può applicare in virtù di appositi ambiti di autonomia concessi dalla legislazione nazionale». Ma il pasticcio, intanto, è stato prodotto e le quote ad integrazione devono essere versate. Come compensazione la Regione non applicherà sanzioni ed interessi di mora sulle somme più o meno in buona fede omesse dai proprietari di auto e moto storiche. In più la regione ha scelto di destinare 600 mila euro come «contributo per le associazioni e i club automobilistici e motociclistici, al fine di sostenerne l’attività culturale e associativa, di promozione eventi e di marketing territoriale». «Mi auguro – conclude Forcolin - che con la prossima legge nazionale di stabilità sia possibile operare un ripensamento».