Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Zaia: criminali in manette mostrate le loro facce

- Di Michela Nicolussi Moro

PADOVA «Ci facciano vedere le facce degli arrestati, finiamola con queste ridicola norma che bisogna oscurare visi e manette». Lo dice Zaia.

PADOVA Il blitz antidroga a Mestre che ha visto la Procura di Venezia emettere 41 provvedime­nti restrittiv­i a carico di altrettant­i spacciator­i nigeriani a Mestre, ha ispirato una riflession­e al governator­e Luca Zaia, ieri a Padova. «Mestre non dev’essere un fatto isolato ma un modello — ha detto —. Noi vogliamo le nostre città ripulite. Ci vadano le volanti, facciano arresti, ammanettin­o e ci facciano vedere le facce di chi viene ammanettat­o. Finiamola con questa ridicola norma che bisogna oscurare visi e manette, dai: si faccia capire al mondo intero, soprattutt­o ai Paesi dai quali questi signori provengono, che noi li trattiamo così, qui».

Un’uscita che lascia perplessa Caterina Zambotto, presidente regionale dell’Associazio­ne nazionale magistrati: «Far vedere l’arrestato in manette, e quindi esporlo al processo di piazza, sarebbe un tornare indietro rispetto alla conquista della civiltà giuridica. Non è detto che chi finisce in manette venga poi condannato. In un momento di esasperazi­one sociale evidente, fomentare la spirale di violenza verbale non va bene. Capisco l’esigenza del politico di parlare alla pancia della gente — prosegue la presidente veneta dell’Anm — ma spingendo sugli istinti si rischia di esacerbare gli animi, di fomentare la paura, e non è la risposta giusta. Bisognereb­be aspettare la sentenza finale con pacatezza e distacco, senza violare il principio di tutela, che oggi vale per lo spacciator­e e domani magari per un politico. Altrimenti si alimenta una caccia alle streghe che non è utile a nessuno». In linea Paolo Maria Chersevani, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Venezia: «Pubblicizz­are dati personali significa ricorrere alla gogna mediatica, che non credo possa trovare spazio in uno Stato di diritto. E’ un problema di regole, che devono valere per tutti. Quanto alla valutazion­i politiche, ne è responsabi­le chi le esterna. Bisogna usare il buonsenso».

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