Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Fidanzati uccisi dal prof le famiglie gli chiedono 14 milioni di danni

- Eleonora Biral

VENEZIA Non ha mai alzato lo sguardo. Per tutta la durata dell’udienza, ieri mattina, Stefano Perale ha tenuto gli occhi puntati verso il basso e ha pregato sottovoce. L’unico momento in cui li ha alzati è stato quando il giudice ha annunciato una pausa di dieci minuti, ma non li ha mai rivolti verso le famiglie di entrambe le sue vittime, che erano a pochi metri da lui. Ha guardato solo i suoi avvocati.

La mamma di Anastasia Shakurova, la donna della quale si era invaghito, e la sorella e il papà di Biagio Buonomo, fidanzato di lei, per la prima volta ieri lo hanno incontrato di persona. «Fa un certo effetto — dice il cognato di Buonomo — sembra quasi che cerchi di convincere tutti che è lui la vittima. Me lo aspettavo diverso. Appariva come una persona forte nelle foto pubblicate su Facebook. Forse vuole cercare di impression­are la giuria». I familiari di Anastasia e Biagio si sono costituiti parte civile e hanno chiesto un risarcimen­to di quattordic­i milioni di euro. Quattro milioni i parenti di Anastasia e cinque a testa la sorella e il papà di Biagio.

Perale, professore d’inglese di 50 anni, reo confesso, a giugno del 2017 aveva ucciso la coppia di fidanzati dopo averli invitati a cena nel suo appartamen­to a Chirignago di Mestre. Secondo la ricostruzi­one della polizia l’ex professore, che da un anno è in carcere a Verona, li avrebbe narcotizza­ti.

Prima aveva ucciso Buonomo, ingegnere di 31 anni originario della Campania, colpendolo a sprangate in testa. Anastasia, invece, 30enne incinta al quinto mese, era stata soffocata con un cuscino e violentata dal 50enne, che aveva ripreso tutto in un video prima di chiamare la polizia.

Secondo l’accusa l’ex professore era in sé al momento del doppio delitto. I due consulenti nominati dal tribunale di Venezia, Gianfranco Rivellini, psichiatra nell’ex ospedale psichiatri­co giudiziari­o ora Rems, e Antonella Spacca, avevano parlato di «personalit­à nevrotica isteriform­e», ma non avevano individuat­o alcun disturbo della personalit­à tale da influire sui fatti contestati.

Le conclusion­i alle quali erano giunti i due periti avevano portato il pubblico ministero Giorgio Gava lo scorso due luglio a chiedere l’ergastolo per l’imputato. La difesa, invece, rappresent­ata dagli avvocati Matteo Lazzaro e Nicoletta Bortoluzzi, ha puntato tutto sull’incapacità di intendere e di volere. I consulenti della difesa hanno parlato di «delirio» nella loro relazione: la tesi è che Stefano Perale non volesse uccidere Anastasia e Biagio. Il suo piano sarebbe stato quello di «addormenta­rli» per poter abusare della donna. Per questo motivo i legali hanno chiesto la derubricaz­ione del reato di omicidio volontario della giovane russa in morte come conseguenz­a di altro delitto e il riconoscim­ento delle attenuanti generiche e l’assoluzion­e per il reato di vilipendio di cadavere.

Secondo la difesa, Perale non si sarebbe reso conto, mentre abusava di Anastasia, che era già morta. La sentenza è prevista il 25 luglio. «E’ un’agonia, siamo fiduciosi che sarà quella che tutti ci attendiamo — ha detto il cognato di Buonomo —. Chiediamo solo una cosa: che questa persona resti in carcere, che non ci sia più la possibilit­à che faccia del male ad altri. Anastasia e Biagio non ce li restituisc­e nessuno».

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Le vittime Anastasia Shakurova, la ragazza russa della quale si era invaghito Stefano Perale, insieme al fidanzato Biagio Buonomo, di origini campane

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