Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Miteni, la diffida spaventa i dipendenti «Temono per la salute e il lavoro»
Intanto i pm vanno sul caso GenX. Il procuratore: «Inquietante il nuovo sversamento»
TRISSINO Miteni, ora a preoccuparsi sono i lavoratori: «Oltre che per la loro salute, si chiedono quale sarà il loro futuro in caso di provvedimenti gravi verso l’azienda» dichiara Giampaolo Zanni, segretario provinciale della Cgil, che ieri ha partecipato a un sit in indetto a Trissino dalle Rsu dei dipendenti dell’industria chimica.
Miteni, che ha circa 130 dipendenti ed è in concordato di continuità, nei giorni scorsi è stata oggetto di una diffida della Provincia: entro una decina di giorni dovrà dimostrare in modo soddisfacente le cause del ritrovamento dell’acido GenX in falda. Il rischio è la sospensione delle autorizzazioni a lavorare, quindi la chiusura degli impianti. Sotto il profilo occupazionale i sindacati interni lamentano di non avere avuto garanzie dalla Regione. «Se le cose dovessero aggravarsi fino a giungere ad un blocco delle lavorazioni o peggio ad un fermo totale dell’attività – ha specificato Renato Volpiana, Rsu Miteni noi ci rivolgeremo ai ministri del lavoro, della salute e dell’ambiente perché dalle autorità regionali non abbiamo avuto risposte soddisfacenti». Volpiana ha sottolineato comunque la necessità di «trovare un equilibrio tra produzione e rispetto dell’ambiente», come pure il segretario Zanni: «E’ necessario capire come intervenire con l’approvviggionamento idrico, ed esiste anche il problema dei prodotti della terra». Sul caso Miteni ieri è intervenuta anche la deputata Pd Daniela Sbrollini, chiedendo con un’interrogazione ai ministri della Salute e dell’Ambiente di «prendere una posizione precisa al riguardo».
Intanto, sulla vicenda GenX si muove anche la procura di Vicenza. «Il nuovo sversamento è un fatto inquietante – dice il procuratore capo Antonino Cappelleri – serve un vaglio tecnico per capire se si tratti di un punto solitario o se sia sintomo di un fiume». E’ quindi tutto in fase di studio (responsabilità e reati), anche le valutazioni su un eventuale nuovo filone di indagine: bisognerà capire se e quanto le due situazioni incidano una sull’altra. «Valuteremo se aprire un nuovo capitolo o inglobare tutto nell’inchiesta già aperta», chiude Cappelleri.