Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Botte al figlio della compagna Per il patrigno c’è il processo

- B.C.

VICENZA Non si sarebbe limitato a sgridare sistematic­amente il figlio della sua compagna con toni violenti, ma avrebbe alzato anche le mani sul bambino, stampandog­li sul visino forti schiaffi, spintonand­olo, facendogli sbattere la testa sul pavimento. Usando una forza e una violenza tale da lasciargli i lividi sul volto, su un fianco, sul busto.E questo sarebbe accaduto più di una volta secondo la ricostruzi­one. Lividi, ematomi, notati a scuola dalle maestre, tra cui l’insegnante di sostegno del minore. Sono pesanti le accuse dalle quali si dovrà difendere in aula, a partire dal prossimo 26 ottobre, un patrigno: un vicentino di

39 anni residente nella valle Agno-Chiampo.

Ieri il giudice Massimo Gerace lo ha rinviato infatti a giudizio, con le accuse di maltrattam­enti e lesioni aggravati, visto che il piccolo, all’epoca dei fatti contestati, tra ottobre

2016 e aprile 2017, aveva tra i sei e i sette anni. A far scattare l’allarme, e l’intervento dell’assistente sociale, allora era stata la scuola, le insegnanti, che erano state poi sentite nel corso delle indagini, così come il bambino, nel corso di un’audizione protetta, da parte di una psicologa infantile.

Piccolo che, considerat­a la situazione familiare, «le penose condizioni di vita» – riporta il capo di imputazion­e - in cui era costretto, era stato allontanat­o da casa e affidato ai servizi sociali: decisione questa del tribunale per i minorenni di Venezia.

La fine di un incubo per il bambino, da quanto ricostruit­o: viveva nel terrore di essere aggredito, a parole e non solo, di dover subire da un momento all’altro l’ennesimo pestaggio. Gratuito. Quando chiedeva solo carezze.

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