Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ponte Vecchio, Poletto amaro: «Altri due anni per i lavori»

Il sindaco: con il riaffido cantiere a ottobre, ma non chiuderà entro il 2019

- Andrea Alba

BASSANO Ponte Vecchio, il cantiere ripartirà con ogni probabilit­à da ottobre «ma è impossibil­e che si riesca a finire entro il 2019». Il sindaco Riccardo Poletto ne ha parlato ieri facendo il punto sul bilancio del mandato dell’amministra­zione: «Da Inco ci attendiamo una risposta entro pochi giorni, al massimo un paio di settimane. Ma per la ripresa del cantiere ci vorranno alcuni mesi e, anche se tutto va bene, è difficile che nel periodo invernale riescano ad andare oltre la sistemazio­ne di due delle quattro stilate».

Poletto ha ricostruit­o la storia del cantiere, dalla realizzazi­one delle ture nella sinistra orografica del Brenta all’inizio del 2017 alla recente risoluzion­e del contratto con la Nico Vardanega Costruzion­i. Gli strascichi della vicenda sono noti: Vardanega è ricorsa al tribunale contro il pagamento dei circa 450 mila euro di polizza fideiussor­ia per la risoluzion­e dell’appalto e il Comune si è a sua volta costituito in giudizio.

Dal municipio si punta a recuperare quanto erogato alla ditta che aveva vinto il bando, in tutto 879 mila euro, anticipati a primavera 2017. Ma nell’attesa che la vertenza legale si risolva, «abbiamo avviato la procedura per il riaffido dei lavori. Potevamo aspettare, abbiamo scelto di procedere subito avvalendoc­i del milione di euro per il cantiere stanziato dalla Regione» ha spiegato il sindaco. Tuttavia, anche se la Inco srl di Pergine Valsugana, la seconda classifica­ta e ora subentrant­e, accetterà l’incarico, per partire sul serio servirà qualche mese. «Auspichiam­o che si inizi almeno ad ottobre, in modo da avere due mesi preparator­i e poi operare sotto il ponte fino ad aprile» ha specificat­o Poletto. La stagione invernale è quella in cui il cantiere sul Brenta, potenzialm­ente, può dare maggiori risultati. «Se tutto va bene, in quei mesi la ditta subentrant­e potrebbe svolgere la fase più delicata, in acqua». La successiva stagione estiva resta però un’incognita, trattandos­i di un cantiere su un fiume, e sui tempi Poletto ieri non è stato ottimista: «La previsione iniziale dell’appalto era che il cantiere durasse un paio d’anni. Iniziando a fine 2018, ben difficilme­nte chi subentrerà nei lavori riuscirà a concludere l’anno prossimo».

Quanto alle cifre, il sindaco esclude rincari per il completame­nto del restauro e ribadisce che esclusa la parte dovuta a Vardanega e già pagata (che il Comune stima in circa

70mila euro) alla ditta subentrant­e andrà il compenso pattuito col bando, cioè circa 4 milioni di euro (la gara si era conclusa con un ribasso d’asta del 20 per cento sul valore iniziale, 5 milioni). A questa cifra andranno aggiunti altri oneri legati al Ponte, in tutto la spesa complessiv­a sarà «di

6,7 milioni di euro come preventiva­to» ha concluso Poletto.

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Il «paziente» Il Ponte degli Alpini, da tempo malato, dovrà pazientare ancora prima di vedersi completame­nt e ristabilit­o. Anche con la ripresa dei lavori, il cantiere non chiuderà prima del 2020.

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