Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Decreto dignità boomerang
Non basta: in questo scenario un buon numero di contratti non verrà rinnovato.
Si torna dunque al punto di partenza: l’idea di un travaso tra contratti a termine e contratti a tempo indeterminato è lontana anni luce dalla realtà. Intanto il Decreto dignità ha cominciato il periglioso passaggio parlamentare. Già si parla di un migliaio di emendamenti.
Mentre M5s e Lega avrebbero raggiunto l’accordo su un paio di mosse: la reintroduzione dei voucher in settori come l’agricoltura e il turismo e la restituzione dello 0,5% di aggravio contributivo nel momento del passaggio al tempo indeterminato. Modifiche che non ribaltano l’impianto del Decreto. La lotta alla precarietà è un capitolo qualificante del governo del cambiamento? Perfetto. Solo che la strada non è ostacolare i contratti a termine ma favorire (davvero) quelli a tempo indeterminato.
La partita di giro dello 0,5% non può nemmeno esser ascritta alla voce incentivi. Occorre un grande piano di agevolazioni, non solo riservato agli under 30, che parta dalla formazione e arrivi all’assunzione.
Per inciso, la decontribuzione di Matteo Renzi era costata una ventina di miliardi. Ci vogliono quattrini e idee. Un dato, però, è certo: nel nuovo triangolo industriale le imprese non vogliono lavoratori precari ma altamente qualificati.