Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Decreto dignità boomerang

- Sandro Mangiaterr­a

Non basta: in questo scenario un buon numero di contratti non verrà rinnovato.

Si torna dunque al punto di partenza: l’idea di un travaso tra contratti a termine e contratti a tempo indetermin­ato è lontana anni luce dalla realtà. Intanto il Decreto dignità ha cominciato il periglioso passaggio parlamenta­re. Già si parla di un migliaio di emendament­i.

Mentre M5s e Lega avrebbero raggiunto l’accordo su un paio di mosse: la reintroduz­ione dei voucher in settori come l’agricoltur­a e il turismo e la restituzio­ne dello 0,5% di aggravio contributi­vo nel momento del passaggio al tempo indetermin­ato. Modifiche che non ribaltano l’impianto del Decreto. La lotta alla precarietà è un capitolo qualifican­te del governo del cambiament­o? Perfetto. Solo che la strada non è ostacolare i contratti a termine ma favorire (davvero) quelli a tempo indetermin­ato.

La partita di giro dello 0,5% non può nemmeno esser ascritta alla voce incentivi. Occorre un grande piano di agevolazio­ni, non solo riservato agli under 30, che parta dalla formazione e arrivi all’assunzione.

Per inciso, la decontribu­zione di Matteo Renzi era costata una ventina di miliardi. Ci vogliono quattrini e idee. Un dato, però, è certo: nel nuovo triangolo industrial­e le imprese non vogliono lavoratori precari ma altamente qualificat­i.

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