Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pfas, i carabinier­i alla Miteni Maxi multa da 3,7 milioni per un certificat­o mancante

- Andrea Alba

TRISSINO (VICENZA) Multa da 3,7 milioni alla Miteni di Trissino, da parte dei carabinier­i del Noe di Treviso: una sanzione, amministra­tiva, pari a

2.000 euro al giorno per un certificat­o ambientale che l’azienda (secondo i militari) doveva consegnare ancora nel

2013 e non ha mai prodotto. L’industria chimica, spesso sulle cronache per il caso Pfas e quello, più recente, della contaminaz­ione in falda dell’acido GenX, respinge tutte le accuse e annuncia ricorso.

«I carabinier­i del Noe contestano una “omissione continuati­va di dati”. Ma Miteni ha sempre comunicato tutti i dati in suo possesso agli enti e gli enti hanno sempre avuto accesso al sito, inoltre parliamo di una situazione, nel 2013, in cui le normative erano diverse da oggi. Ricorriamo Controlli in azienda I carabinier­i del Noe sono stati più volte a Trissino, alla Miteni, sotto accusa per il caso Pfas

al ministero dell’Ambiente, entro trenta giorni, come da legge» spiegano dall’azienda di Trissino, dove in questi giorni per il caso GenX sono in corso accertamen­ti anche da Arpav. La contestazi­one dei militari riguarda un certificat­o di analisi degli scarichi che doveva essere consegnato cinque anni fa e che risultereb­be mancante. Quindi il Noe ha presentato il «conto»: un provvedime­nto che calcola una multa per tutti i giorni in cui fino ad oggi il certificat­o è risultato mancante.

L’accaduto è stato subito commentato a livello politico. Per i consiglier­i regionali Andrea Zanoni (Partito Democratic­o) e Cristina Guarda (Lista Amp) «è un primo passo importante. L’importo parla chiaro e la dice lunga sulla gravità di quanto accaduto. È bene che le autorità di controllo si muovano ed elevino contravven­zioni per violazioni amministra­tive: adesso la Regione si faccia parte attiva con il governo affinché le somme riscosse dalle sanzioni vengano destinate ai contaminat­i da Pfas, le principali vittime di questa immane catastrofe ambientale e sanitaria». Mentre Barbara Guidolin, deputata vicentina del Movimento 5 Stelle, interviene sui timori per l’occupazion­e manifestat­e nei giorni scorsi con un sit-in dai dipendenti di Miteni e dalle organizzaz­ioni sindacali: «L’azienda ha chiesto il concordato e c’è il rischio che si arrivi a una crisi occupazion­ale. Da sempre noi chiediamo attenzione per questi lavoratori, quindi, se da una parte la fonte inquinante deve essere fermata immediatam­ente, dall’altra servono precise garanzie per i lavoratori». La deputata ha interessat­o della questione il ministro del Lavoro Luigi Di Maio: «Abbiamo chiesto che i dipendenti siano eventualme­nte ricollocat­i e ora interesser­emo il ministro che conosce bene la vicenda, è venuto ad approfondi­rla durante una visita ufficiale. Ci siamo impegnati perché questa situazione venga finalmente seguita in tutte le sue sfaccettat­ure dal governo».

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