Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ieg, Cagnoni rassicura Vicenza «La Fiera è strategica per noi»
E sulle aggregazioni: «Bologna o Verona sono il futuro, ma dopo la Borsa»
VICENZA Il timore è quello di venire schiacciati dal peso di colossi ben più grandi e di perdere le proprie eccellenze. E dunque per proteggersi si alzano gli scudi: una revisione del «patto parasociale», le modifiche richieste allo statuto, l’obiettivo di un posto nel consiglio di amministrazione. In poche parole garanzie. Anche perché nello scenario fieristico che circonda Ieg (Italian exhibition group), ovvero la società nata dalla fusione fra Riminifiera e Fiera di Vicenza, si fanno già i nomi di possibili nuovi partner futuri come Fiera di Bologna, ma anche le realtà di Milano e Verona. «Prospettive industriali» le chiama il presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni. Sta di fatto che quei nomi si riferiscono ai colossi del settore fieristico a livello nazionale, che dunque sono in grado di intimorire una realtà come quella vicentina. Il motivo è semplice: in autunno Ieg, sorta nel 2016, affronterà la quotazione in Borsa italiana. L’appuntamento è fondamentale per il futuro della società, che oggi è detenuta all’80 per cento dai soci riminesi e circa per il 20 per cento dalla realtà vicentina. Con la quotazione quelle percentuali saranno riviste al ribasso e nel capoluogo berico il timore è quello di diventare, forse, troppo piccoli. Da qui le mosse degli ultimi giorni, che anticipano l’assemblea dei soci del prossimo 3 agosto, dove si attende l’ok al piano per la quotazione in Borsa e pure il nuovo statuto della società. Vicenza in quella sede punta ad ottenere alcune garanzie con la revisione del «patto parasociale» che possa dare rappresentanza nel futuro cda di azienda quotata fino a una quota del 4 per cento delle azioni. La sensazione all’ombra della Basilica palladiana è che perdere un posto in cda significhi, in futuro, non poter difendere la realtà da eventuali modifiche come - nel peggiore dei casi lo spostamento di Vicenza Oro, la manifestazione clou per l’intero settore orafo vicentino. «Sono timori che capisco - afferma Cagnoni - ma sono largamente ingiustificati perché non c’è da parte degli altri azionisti una volontà di fare nessun trabocchetto a danno di nessuno. Non abbiamo bisogno di dimostrare ulteriormente la nostra consapevolezza di quanto sia importante per Ieg il quartiere di Vicenza e le sue manifestazioni fieristiche». Partita chiusa, quindi? Pare di no. Perché nel futuro di Ieg, slegato dall’operazione della quotazione in Borsa, c’è il capitolo «aggregazioni». Ed è qui che emergono nomi altisonanti: «Le prospettive sono di carattere industriale - osserva Cagnoni - e riguardano o possono riguardare alcuni interlocutori fra cui ci sono Bologna, Milano, Verona. Di certo non stiamo parlando di interlocutori che abbiano un’importanza periferica ma dei maggiori players del sistema fieristico nazionale. E però ci tengo a precisare che questi eventuali ragionamenti non hanno nulla a che vedere con le operazioni e le procedure legate alla quotazione in Borsa».