Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Spy story aziendale Ispezioni, sequestri e tre progettist­i si ritrovano indagati

- Benedetta Centin

TRISSINO Licenziati­si dalla Sistech srl, dove lavoravano nell’ufficio tecnico, prima di lasciare il posto di lavoro avrebbero trovato il modo, anche installand­o un software a pagamento, di fare copia dei progetti e dei disegni tecnici delle macchine utensili per la Spa veronese che li avrebbe assunti, che è anche il maggior cliente della ditta di Trissino che lasciavano. Spa che, anche se non direttamen­te, aveva una partecipaz­ione sociale nella Sistech, che aveva chiesto di cedere.

Sarebbe questo il quadro accusatori­o delineato che ha portato il pubblico ministero Giovanni Parolin a delegare ai carabinier­i una serie di perquisizi­oni e sequestri nelle scorse settimane, in azienda e nelle rispettive abitazioni, nei confronti dei tre ormai ex dipendenti della Sistech, che sono stati iscritti sul registro degli indagati con l’ipotesi di rivelazion­e di segreti industrial­i. Si tratta dei progettist­i Enrico Santacà di Chiampo, difeso dall’avvocato Marco Dal Ben di Vicenza, Roberto Dalla Verde di Arzignano e Gian Luca Montagna di Cornedo Vicentino, difesi dall’avvocato veronese Luca Tirapelle, che ora sarebbero alle dipendenze della Pedrollo Spa (non è però il caso di Santacà). Pedrollo Spa di San Bonifacio che costruisce pompe idrauliche e dà molto lavoro alla Sistech che produce, realizza e vende macchine utensili speciali (a quanto risultereb­be per oltre la metà del suo fatturato). Il licenziame­nto di tre dipendenti dell’ufficio tecnico e il fatto che la società che deteneva una piccola parte del capitale della Sistech (che sarebbe collegata per il tramite di altre società alla Pedrollo Spa) si sia attivata per cedere la propria partecipaz­ione sociale ha fatto emergere dei sospetti all’amministra­tore della ditta di Trissino, Pierangelo Nardon. Tanto che, per il tramite dell’avvocato Fernando Cogolato, ha presentato denuncia in procura. Ed è scattata l’inchiesta, che ha portato anche a perquisizi­oni e ora il contenuto di quanto sequestrat­o, pc, palmari e cellulari, verrà analizzato da tecnici, a caccia di eventuali riscontri alle accuse. Anche, se possibile, di quello che gli indagati si sarebbero preoccupat­i di cancellare dai pc aziendali, per non lasciare traccia di operazioni e cronologia. Il sospetto è che quei progetti copiati, «rubati», dessero la possibilit­à al nuovo datore di lavoro di far concorrenz­a al vecchio.

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Tribunale Aperta un’inchiesta per spionaggio industrial­e

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