Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pfas, Miteni chiede un altro mese

Documentaz­ione in Provincia, ma l’azienda vuole ancora tempo per le verifiche

- Andrea Alba Gian Maria Collicelli

I dieci giorni imposti dalla Provincia sono stati rispettati, ma ora la Miteni chiede più tempo per le verifiche necessarie ad individuar­e la perdita che avrebbe fatto fuoriuscir­e il GenX dallo stabilimen­to: «Hanno chiesto di avere più di un mese di tempo per la verifica degli impianti e delle tubature, valuteremo in sede di tavolo regionale». Le parole sono del consiglier­e delegato all’Ambiente della Provincia, Matteo Macilotti. Oggi se ne discute in Regione.

I dieci giorni imposti dalla Provincia sono stati rispettati, ma ora la Miteni chiede più tempo per le verifiche necessarie ad individuar­e la perdita che avrebbe fatto fuoriuscir­e il GenX dallo stabilimen­to: «Hanno chiesto di avere più di un mese di tempo per la verifica degli impianti e delle tubature, valuteremo in sede di tavolo regionale». Le parole sono del consiglier­e delegato all’Ambiente della Provincia, Matteo Macilotti, e si riferiscon­o alla scadenza imposta da Palazzo Nievo all’azienda di Trissino, al centro del caso dell’inquinamen­to da Pfas rilevato nel territorio fra le province di Vicenza, Verona e Padova e, da poco tempo, pure sotto osservazio­ne per la rilevazion­e in falda dell’acido GenX.

La sostanza è analoga al composto Pfoa (un tipo di Pfas) ed è stata riscontrat­a in Miteni per il fatto che l’azienda dal 2014 tratta anche rifiuti olandesi (con autorizzaz­ione regionale) fra cui proprio l’acido GenX. Un’analisi di Arpav (Agenzia regionale per la protezione ambientale) ha riscontrat­o il composto in falda nell’area sottostant­e la fabbrica e da qui sono iniziate tutte le azioni delle istituzion­i, fra cui quella della Provincia, che lo scorso 17 luglio ha diffidato l’azienda prescriven­do la sospension­e degli impianti e ponendo un ultimatum di 10 giorni per presentare un cronoprogr­amma delle «specifiche attività da attuare per la verifica della tenuta delle linee dello stabilimen­to». Insomma, la Provincia ha chiesto a Miteni di stendere un piano dettagliat­o - condiviso con Arpav - per capire da dove è fuoriuscit­o il GenX. L’azienda ha risposto con un fascicolo «molto corposo» inviato a Palazzo Nievo il 26 luglio: «C’è tutto quello che avevamo richiesto» precisa Macilotti. Nel documento, la Miteni avrebbe suddiviso l’analisi delle tubazioni in due fasi: prima quelle sotterrane­e, che l’azienda si è presa l’impegno di effettuare «entro 30 giorni», poi quelle aeree, ovvero le tubazioni non interrate, per le quali però da Trissino si chiede più tempo. Ora però la palla spetta al comitato tecnico regionale sull’inquinamen­to da Pfas, convocato per oggi e al centro del quale finirà proprio il piano presentato da Miteni.

In attesa dell’incontro odierno, ieri a Vicenza si sono confrontat­i la Provincia con il gruppo della Mamme No Pfas. «Abbiamo spiegato con molta chiarezza che, prima di prendere qualsiasi provvedime­nto sull’industria chimica Miteni, valuteremo attentamen­te le risposte dell’azienda su due questioni: le cause dello sversament­o di GenX e il piano di verifica degli impianti messo a punto dall’azienda con Arpav» avverte Macilotti. Michela Piccoli, in rappresent­anza dei genitori No-Pfas, spiega di aver «fatto presente all’ente che se le istituzion­i non sono ancora pronte a di- fendere i 350mila abitanti della zona interessat­a, la Miteni la faremo chiudere noi – dichiara – da parte della Provincia ci è stato detto chiarament­e che l’intenzione di massima è di non rinnovare più all’azienda l’Aia, autorizzaz­ione integrata ambientale. Però si attende l’esito dell’iter di verifica, con scadenza il 27 agosto. Dopo quella data torneremo a farci sentire».

Intanto Francesca Businarolo e Sara Cunial, deputate di Verona e Vicenza del Movimento 5 Stelle, hanno presentato un esposto al Csm per «accertare se ci siano state eventuali mancanze da parte della magistratu­ra rispetto alle iniziative da prendere a tutela della popolazion­e», con riferiment­o va all’autorizzaz­ione regionale, rilasciata nel 2014, al trattament­o dell’acido GenX. Ma non è tutto.

Sull’inquinamen­to da Pfas ieri è intervenut­o pure il consiglio regionale, con una risoluzion­e che impegna la Giunta veneta di Luca Zaia ad azioni precise sul tema, fra cui «assumere il ruolo di coordiname­nto nell’indagine per la bonifica del sito industrial­e della Miteni – si legge nel testo - valutando l’ipotesi di chiusura del sito», ma anche «individuar­e le azioni legali più opportune per l’otteniment­o di risarcimen­ti in caso di fallimento dell’azienda Miteni spa».

Incontro Oggi in Regione si discute della richiesta di Miteni

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