Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La Basilica restituisce gli antichi resti di due nobili
VENEZIA Sono due nobili veneziani vissuti in epoca medievale. A loro appartengono i resti trovati mercoledì dagli operai impegnati nel cantiere sul lato sud della Basilica di San Marco. Non è ancora certo che si tratti di due persone distinte, potrebbero anche rivelarsi resti di una sola persona. La Soprintendenza li studierà per datarli e capire a che età siano morti, per quali cause e quale fosse il loro stile di vita.
I tecnici sono concordi nell’attribuire alle ossa un’età medievale: sono stati trovati infatti al di sotto del pavimento in cotto a spina di pesce che risale proprio a quel periodo. Non possono dunque risalire al tardo medioevo ma a un’epoca precedente. E si tratterebbe di due veneziani facoltosi. «La gente del popolo - spiega il proto di San Marco l’architetto Mario Piana - una volta morta veniva abbandonata in laguna. Solo i ricchi potevano permettersi la sepoltura. Prima della nascita di quello che è l’attuale cimitero di San Michele si seppelliva sul sagrato delle chiese, compresa quella di San Marco. Non è un fatto eccezionale rinvenire resti attorno alla Basilica, tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi del Novecento sono state trovate decine di resti». E anche stavolta il restauro della rete sotterranea di smaltimento delle acque, ha portato alla luce i resti dei due nobili che il destino ha voluto far avvicinare, se non in vita, di sicuro da morti. Secondo i tecnici è poco plausibile che i due siano una coppia di innamorati, più probabile siano stati seppelliti vicini per via del poco spazio a disposizione oppure che i resti si siano avvicinati in seguito a successivi movimenti del terreno. Uno dei due infatti risulta in parte distrutto tanto da far supporre che la causa sia da ricercare nei lavori di fine Ottocento che hanno portato alla realizzazione dell’acquedotto.