Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Terapia intensiva pediatrica, in due anni 500 pazienti e molti aiuti dai privati

Servirebbe­ro più letti. Dalla Fondazione San Bortolo arrivano 600mila euro

- Mauro Della Valle

Oltre 500 pazienti, quattro posti letto perennemen­te in «overbookin­g», con evidente necessità di aggiungern­e almeno un altro paio, richieste di ricovero provenient­i da tutta la provincia: 20 per cento dall’Usl 8; 33 per cento dall’Usl 7; 27 per cento dal Veneto e 11 per cento dalle altre regioni. Per un reparto nato solo un paio d’anni fa si tratta di numeri di successo, se non fosse che si sta parlando della terapia intensiva pediatrica dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, che assiste bambini e giovani, dai neonati fino ai 17 anni, che giungono in condizioni spesso critiche nelle loro funzioni vitali. Ciò nonostante, fortunatam­ente, ma soprattutt­o grazie ad un’equipe di otto medici diretti dal primario di Pediatria, Massimo Bellettato e guidati da Paola Ferrarese, oltre a 12 infermieri, coordinati da Chiara Gnata e tre operatori socio-sanitari, i decessi sono stati limitati a 5 nell’arco del biennio. «Ci ha commosso il fatto - ha detto Bellettato – che i familiari di questi “cuccioli” sono venuti personalme­nte a portarci le donazioni fatte in occasione del funerale. Questa per noi è la massima dimostrazi­one di stima e fiducia». Una fiducia conquistat­a sul campo visto che nei primi sei mesi del 2018 i ricoveri sono stati ben il 50 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una conquista - ha sottolinea­to Giovanni Pavesi, direttore generale dell’Uls 8 Berica - resa possibile grazie alla Fondazione San Bortolo, presente ieri all’ospedale con il presidente Giancarlo Ferretto, che a sua volta ha ringraziat­o tutta la comunità vicentina e i Club Service di Rotary e Lions, che hanno permesso di raccoglier­e i 600mila euro necessari per dare vita a questa iniziativa. «Stiamo cercando di dare aiuto un po’ a tutti i reparti – ha detto Ferretto. Quest’anno il nostro obiettivo è raggiunger­e il milione di euro per consentire a Cardiochir­urgia di dotarsi di una nuova sala chirurgica».

La nascita della terapia intensiva pediatrica al San Bortolo, uno dei tre centri specializz­ati in Veneto, ha consentito ai piccoli pazienti, ma soprattutt­o ai loro familiari, innanzitut­to di non dover recarsi per le cure a Padova o Verona e di poter contare su un reparto dove i genitori possono rimanere giorno e notte. «Un fatto che viene dato per scontato visto che la metà dei ricoverati ha meno di 5 anni d’età - ha evidenziat­o Ferrarese - ma così non è quando si parla di terapia intensiva»

«Se si pensa che fino a due anni fa i bambini erano ricoverati assieme ad adulti e anziani - ha detto Pavesi - possiamo dire che si tratta di un’operazione di grande successo e che la fiducia accordatac­i è stata ben ripagata». Il direttore generale ha poi concluso: «Non va dimenticat­o, inoltre che sono altre eccellenze del San Bortolo a fornire, per così dire, pazienti al reparto che li accoglie dopo significat­ivi interventi di chirurgia pediatrica, neurochiru­rgia o chirurgia maxillofac­ciale, oltre ai ricoveri “esterni” di bambini e adolescent­i affetti da gravi insufficie­nze respirator­ie, problemi neurologic­i e altre patologie».

” Belletato Ci aiutano anche i genitori dei bimbi che non ci sono più

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