Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ferrovia elettrificata: cantieri chiusi nel 2020 Slitta il treno per Cortina
VITTORIO VENETO «Signori, si cambia». Ma nel senso che, da fine 2020 non si «cambierà» più treno a Conegliano o a Montebelluna per raggiungere Belluno da Padova o da Venezia, ci sarà il diretto. Avviati, ormai, i cantieri per l’elettrificazione della ferrovia verso la montagna. 180 km di linee per 230 milioni di investimento. Rallenta, invece, il Treno delle Dolomiti.
VITTORIO VENETO (TREVISO) C’era una pagina nel libro dei sogni della montagna veneta: l’elettrificazione della ferrovia. Chimera vagheggiata per decenni. Ora, a giudicare dagli stivali che affondano nel fango di cantiere, dalle ruspe schierate e dallo spiegamento di forze di Rfi a Vittorio Veneto, ci siamo. Per i pendolari che dal Bellunese calano su Padovano, Trevigiano e Veneziano, c’è da stringere i denti per altri 18 mesi. Perché entro il 2020 l’elettrificazione del bacino montano veneto sarà completata con tanto di nove treni elettrici in servizio. Tornerà, ad esempio, il diretto BellunoVenezia (in versione elettrica, non più diesel). Va in soffitta, insomma, il refrain «Conegliano, Montebelluna: si cambia». E si risparmierà sì un quarto d’ora di viaggio ma si eviterà, soprattutto, l’odissea delle coincidenze.
Il governatore Luca Zaia ha ispezionato, ieri, il cantiere della Conegliano-Vittorio Veneto. «I lavori sono suddivisi in due fasce, la prima, quella in corso nel 2018, vale 30 milioni, la seconda quasi 200 ma non l’abbiamo ancora definita e qui - sorride Zaia - paga tutto la Regione. Sono soldi delle tasse dei veneti, ogni anno con questa specie di esproprio proletario da Roma ci portano via 21 miliardi l’anno, però quota parte per fortuna riusciamo a investirli. É un sacrificio che facciamo ma significa investire per territori per spesso sono stati abbandonati». La montagna veneta, per un motivo o per l’altro, è sotto i riflettori come mai prima d’ora. Il ministro per le Autonomie, Erika Stefani, ha annunciato per ottobre gli Stati Generali della Montagna. E, non a caso, l’elettrificazione della linea ferroviaria, seguita a ruota dalla banda larga, è in cima alla lista delle priorità dei bellunesi. «Anche sulla banda larga molti cantieri sono già iniziati» chiosa Zaia. Nel composito domino di trasformazioni fra le vette, tutto si tiene. L’elettrificazione della ferrovia dovrebbe essere pronta prima di febbraio 2021, data d’avvio dei Mondiali di Sci a Cortina. Si assiste, insomma, a un cantiere multiforme che fa dal ferro all’asfalto dell’Alemagna in fase di restyling passando per gli impianti sportivi che, non a caso, tornerebbero utili nel 2026 per i giochi olimpici invernali, ammesso che la candidatura italiana la spunti.
Tornando al ferro, nei giorni in cui anche la Tav veneta sta in bilico(«ma resta strategica» ribadisce il governatore) per una volta non ci sono «distinguo» politici/polemici sul tavolo: l’addio agli inquinanti treni diesel che costringevano alle rotture di carico, quindi al cambio, a Montebelluna e Conegliano per raggiungere il Bellunese, sono un’infrastruttura invocata un po’ da tutti. E Zaia si toglie un (criptico) sassolino dalla scarpa: «Gli altri chiacchierano, noi facciamo». In totale i chilometri di linee da elettrificare sono 180 in tre anni: si è iniziato alla fine del 2017 e si chiuderà a fine 2020. Due le tranche di lavori: quella in corso, che si concluderà entro il 2019, prevede la realizzazione di tre tratte, la Bassano Camposampiero, la Castelfranco-Montebelluna e la Conegliano-Vittorio Veneto. La seconda tranche prevede la chiusura dell’«anello basso» tra Treviso e Vittorio Veneto, sulle tratte Treviso - Montebelluna - Belluno - Ponte nelle Alpi - Vittorio Veneto. I 200 milioni necessari sono inseriti nel contratto di programma fra Ministero delle infrastrutture e Rfi, già approvato dal Cipe e in attesa del parere delle commissioni parlamentari.
«Al termine dei lavori di elettrificazione – ha spiegato l’assessore ai Trasporti Elisa De Berti – potrà essere riconsiderato il programma di esercizio, potendo contare sulle migliori performance dei treni elettrici manterremo la promessa di avvicinare Belluno al resto del Veneto anche perché potrà essere incluso nella bigliettazione unica prevista per il 2020».
E il treno delle Dolomiti? «I territori hanno voluto proporre un terzo tracciato - spiega De Berti - perché non riuscivano a mettersi d’accordo sugli altri due. Qualche settimana fa la Provincia di Belluno ha firmato la convenzione per fornire i 200 mila euro dei fondi di confine necessari alla comparazione, daremo l’incarico a un ingegnere trasportista perché faccia la valutazione tecnica e poi se ne riparlerà». Il governatore precisa: «Non abbiamo gettato alle ortiche il progetto, ovvio che, se si fa il calcolo costi benefici, non è una tratta conveniente. È pur vero che Cavour faceva strade e infrastrutture, se si fosse basato su quello, non avrebbe mai fatto una strada. Al momento non ci sono risorse ma la Calalzo-Cortina per noi resta un totem. Non ce la faremo per i Mondiali di sci ma per le Olimpiadi se ne può parlare».
Zaia I lavori in due tranche valgono 230 milioni E sono soldi nostri