Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Bando periferie, summit la vigilia di ferragosto
Stop ai finanziamenti, dietro la mossa leghista il ricorso della giunta Zaia
VENEZIA L’appuntamento è fissato per il 14 agosto. A Padova i sindaci veneti si ritroveranno per fare quadrato attorno alla questione «bando periferie». Nessuno, infatti, da Verona a Venezia, attraversando tutti i colori politici, ha intenzione di rinunciare a progetti promessi alle proprie città. In Veneto opere per 150 milioni di euro).
VENEZIA Gli eserciti si stanno organizzando. L’appuntamento è fissato per il 14 agosto: in tale occasione, a Padova, i sindaci veneti si ritroveranno per fare quadrato per tornare all’attacco del «bando periferie». Nessuno, infatti, da Verona a Venezia, attraversando tutti i colori politici, ha intenzione di rinunciare a progetti promessi alle proprie città, alcuni con cantieri già pronti a partire (parliamo di fondi per 150 milioni di euro).
Un rischio che si lega, ancora una volta, a quell’ormai celebre sentenza della Corte Costituzionale sulla Finanziaria 2016, dopo il ricorso di Zaia sulle materie concorrenti: a tal proposito, il governo giallo-verde ha più volte ribadito che tutto ciò che si sta votando in questi giorni è per superare il pressapochismo del passato governo che aveva prodotto leggi impugnabili. Ora, sul bando periferie, il piano d’attacco dei sindaci sarebbe proprio quello di usare questo «handicap» a proprio vantaggio: dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla finanziaria 2016, infatti, il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli ha convocato di tutta fretta una conferenza StatoRegioni per sbloccare i fondi per il trasporto rapido di massa, destinando ad esempio 19 milioni sia al Comune di Vicenza che a quello di Padova. Ecco, ora i primi cittadini veneti puntano a fare pressione per applicare la medesima formula al bando periferie.
Nel frattempo, però, mentre brucia ancora il dibattito sui 150 milioni del bando periferie che la Regione potrebbe perdere, scoppia già una nuova polemica, nemmeno farlo apposta legata sempre a doppio filo al ricorso presentato dal Veneto: il Pd lancia l’allarme sul rischio di veder sfumare quei 64 milioni di euro previsti per l’edilizia scolastica veneta.
«I soldi sono stati stanziati a febbraio per adeguamenti sismici, ma il ministero non li eroga per un contenzioso sollevato dalla Regione Veneto - spiega il deputato veronese Gianni Dal Moro -. Il Miur ha fermato ogni erogazione di fondi in via cautelativa, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale e, siccome nessuno del nuovo governo si prende la responsabilità di sbloccare la situazione, ora sono a rischio i finanziamenti per tutte le scuole d’Italia». Medesimo allarme sulla mancata erogazione, ad oggi, dei soldi, viene lanciato dall’onorevole Sara Moretto: «Inaccettabile che tale sforzo ora sia vanificato. Molti Comuni stanno procedendo con i lavori, pur nell’incertezza del finanziamento, perché sono consapevoli che ci sono priorità su cui non è possibile derogare».
Ma da Roma, la Lega respinge le accuse: «I parlamentari del Pd mi mostri- no la norma con cui blocchiamo questi fondi, o io sono pronto a querelarli sbotta dal ministero dell’Economia il sottosegretario Massimo Garavaglia -. Nessuno ha mai parlato di tutto ciò. Qui uno si alza la mattina e inizia ad accusare. Questa cosa deve finire». Gli fa eco il senatore bellunese Paolo Saviane: «Mi sembra che qualcuno qui abbia preso l’abitudine di gridare “al lupo” in automatico: proprio questo governo, invece, sta rimediando agli aspetti di incostituzionalità del governo precedente».
Dagli uffici del Miur traspare tranquillità («Siamo pronti a partire») e pure da quelli veneziani: «A me non risulta nessun congelamento dei fondi - racconta l’assessore di riferimento Elena Donazzan -. Anzi, dirò di più: ho zero dubbi sul fatto che arrivino. Si prosegue con questo riparto e questa graduatoria. Dai prossimi piani, invece, si affermerà di più la gestione territoriale dell’edilizia scolastica. Ma intanto procediamo così».
” Donazzan A me non risulta alcun blocco, è la prima che sento