Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La nuova serie B inizia fra derby e proteste
Il vicentino Faniel vince la medaglia d’oro a squadra nella maratona a Berlino
VICENZA Eccolo, il giorno di gloria che aspettava da tempo. Il primo sguardo disattento e spunta il primo responso: in epoche di competizioni d’estate da mettere in vetrina, arrivano tre medaglie per l’Italia nella maratona ai Campionati Europei di Berlino. Poi, un altro sguardo, stavolta più interessato: sul gradino più alto del podio della maratona salgono gli uomini, trascinati dal bronzo individuale di Yassine Rachik. Ma c’è anche un brillante quinto posto di Eyob Ghebrehiwet Faniel,
25enne bassanese delle Fiamme Oro, che chiude in
2h12’43”.
A livello maschile per l’Italia è la quarta affermazione in Coppa Europa di maratona dopo quelle del 1981, 1998 e
2006: «Sono contento di aver contribuito al risultato di squadra – esulta Eyob – e poi, anche a livello individuale, il quinto posto non è male. Mi aspettavo un po’ di più in base agli allenamenti che ho fatto, però le gambe non giravano come avrei voluto. Dopo due chilometri ho preso un calcio al polpaccio e mi si è indurito, sono andato avanti sempre con un fastidio, ma va bene lo stesso. Tutte le gare in questo Europeo sono state di alto livello e anch’io sono arrivato preparato, mi è mancato purtroppo qualcosa. Tutte le gare, però, sono di insegnamento e questa senza alcun dubbio potrà essere una tappa importante della carriera».
Eyob Faniel Ghebrehiwet ha quasi 26 anni e vive a Bassano del Grappa. Da qualche tempo si allena con l’ex maratoneta azzurro Ruggero Pertile, ora direttore tecnico di Assindustria Sport, l’uomo che gli ha cambiato la vita e che gli ha permesso un salto di qualità che ancora dev’essere certificato dai fatti nella sua interezza. Faniel, classe 1992, è nato ad Asmara, in Eritrea. Ma ha una storia che scava nelle pieghe di chi ha il coraggio di rischiare per un cambio di marcia.
Nel 2001 suo padre si trasferì in Italia per cercare di curare le ferite che si era procurato nella sanguinosa guerra d’indipendenza. Eyob nasce un anno prima della vittoria, frutto dell’incontro sulle montagne di papà e mamma. Il suo nome emerge a grandi livelli per la prima volta a Cittadella, dove alla fine del 2014 conquista la sua prima mezza maratona. Pertile lo ha spronato, lo ha pungolato e lo ha allenato con scrupolo e insistenza, perché convinto dei suoi margini di miglioramento: «Abbiamo preparato la gara a St. Moritz fino a fine luglio – sottolinea il tecnico padovano - col fresco abbiamo effettuato ripetute lunghe, 35, 36 e anche 37 chilometri con la seconda parte della prova ad alta intensità per adattare il fisico ai costi energetici della gara. E a volte si va anche a digiuno. Credo molto in Eyob, credo che abbia le potenzialità per arrivare fino in fondo e fare grandi cose nei prossimi anni. Il nostro obiettivo è senza dubbio Londra 2020, è quello il punto di svolta della sua carriera. Non è da molto che ha iniziato con la maratona, lo alleno da due anni e ci sono ancora diversi aspetti che deve migliorare, sia nella gestione della competizione, sia dal punto di vista dell’approccio. Prima degli Europei, avevo fissato come target entrare fra i primi sei nell’individuale e direi che ci siamo. Poi ha preso l’oro a squadre, un bel modo per mettersi in vetrina...».