Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

NORDEST A DUE VELOCITÀ

- Di Gigi Copiello

C’era una volta il Veneto bianco e l’Emilia rossa. Verrebbe da dire: c’era una volta il west. Si somigliava­no molto: paesi e medie città, imprese piccole o poco grandi. Ma i colori della politica contavano più di tutto e il Veneto stava di qua e l’Emilia stava di là. Anche del Po. Oggi, non più. Per l’Istat, stiamo tutti assieme nel Nordest. Il Nordest non è solo quello che sta sopra il Po. Nel Nordest ci stanno il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Aalto Adige, il Veneto e l’Emilia Romagna. Del resto, Veneto ed Emilia continuano ad assomiglia­rsi e molto. Non siamo Regioni speciali, ma solo normali. Non abbiamo le grandi città, che stanno a Nordovest. Le imprese piccole e medie erano e sono rimaste. Conta molto il turismo, in Veneto ed in Emilia. L’agricoltur­a, qua come là, difende le sue specializz­azioni. La popolazion­e è più o meno la stessa, trai 4 e i 5 milio nidi abitanti. Uguali, sembreremm­o uguali. Eppure, del tutto uguali non siamo. Paolo Gubitta, su queste colonne faceva vedere come i giovani laureati prendano strade diverse: dal Veneto se ne vanno, in Emilia arrivano. Perché? Sempre su queste colonne, abbiamo visto il rapporto sulle retribuzio­ni prodotto da OD&M Consulting, di Gi Group. Le retribuzio­ni in Veneto sono più alte del Friuli, ma più basse del Trentino e, soprattutt­o, dell’Emilia. Vale per dirigenti, quadri e impiegati. Per gli operai, ancor più:

26.000 euro all’anno in Veneto, 28.300 in Emilia. Un

9%, un mese di paga all’anno. Una bella differenza, poco da dire. Come spiegarla?

Fosse problema di contrattaz­ione sindacale, basterebbe chiedere. E dare. Ma nel rapporto citato emerge soprattutt­o una differenza di competenze, di profession­alità: almeno di un livello più alto in Emilia rispetto al Veneto. Non sono solo soldi, allora e pertanto. E’ ben di più. E qui veniamo alla terza differenza. Il Prodotto interno lordo vede l’Emilia a 34.500 euro per abitante, contro i 30.800 del Veneto. Una «botta» da 3.700 euro, pari al 12%. E questi non sono solo stipendi e salari, ma soprattutt­o produzione e ricchezza in tutte le loro declinazio­ni. Riguarda tutto e tutti. E sono 12 punti in meno. Nientemeno. A questo punto cominciamo a capire: i giovani vanno dove c’è più ricchezza. E dove si prende di più. E la via Emilia è preferita alla Pedemontan­a veneta. Ma restano molte domande. Non è che al Veneto manchino carte: Venezia e le Dolomiti loro non le hanno. Hanno Barilla e Parmalat, ma noi Luxottica, Benetton e De Longhi. Cosa ci manca? Dove non tornano i conti? Forse le medie non dicono molto. Oggi le medie sono tra estremi più distanti di ieri: le differenze si sono allargate. Forse (è un’ipotesi), in Veneto le differenze tra chi innova e chi no, tra chi eccelle e chi no, tra chi produce ricchezza e chi la distrugge, sono più ampie che in Emilia. E le medie cambiano. Forse in Veneto ci sono due Veneti, mentre in Emilia Romagna, pur con due nomi, fanno più squadra. Fanno sinergia. E’ un’ipotesi. Ma Hera è già una grande realtà, mentre in Veneto l’aggregazio­ne delle multiutili­ty è sempre da fare. Ma aspettando Verona è stata Rimini ad aggregare Vicenza. Ma la Tav già attraversa quella Regione, in Veneto è tutto da vedere. Ancora: una grande spinta alla fusione di Confindust­ria di Padova e Treviso è venuta anche dalle aggregazio­ni già fatte dalle Confindust­rie Emilianoro­magnole. E allora i conti, tornano. Anzi: si pagano.

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