Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Firma la petizione pro vax Pioggia di insulti a Brugnaro
Ma a Venezia la copertura dei bimbi è quasi al 100%
VENEZIA Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, firma la peti- zione #iovaccino e comunica la cosa, come suo costume, su Twitter e Facebook. Apriti cie- lo, migliaia i commenti al vetriolo da parte del popolo dei no vax. Il sindaco non ha risposto ma non ha neppure rimosso i post.
VENEZIA Il sindaco si schiera e il popolo no-vax lo attacca come finora nessuno aveva fatto da quando è stato eletto tre anni fa. Luigi Brugnaro è un primo cittadino molto social, lo è sempre stato e domenica, dopo aver firmato la petizione «#iovaccino», ha pubblicato un post su Facebook e lanciato un cinguettio su Twitter.
«Sì, ho firmato anche io la petizione. Sì ai vaccini, sì alla scienza - ha scritto - Le vaccinazioni sono importanti: sì vaccini per andare a scuola». Per far arrivare il suo messaggio a Roma, il sindaco di Venezia ha anche «taggato» il premier Giuseppe Conte e il ministro della Sanità Giulia Grillo. Nulla di strano, potrebbe pensare più di qualcuno, Brugnaro ha semplicemente esposto la propria posizione sul tema più caldo del momento, ossia lo stop all’obbligo vaccinale introdotto tra mille polemiche dall’ex ministro Beatrice Lorenzin.
Apriti cielo, alla vista del post, il popolo no-vax o freevax che dir si voglia si è scatenato prendendo letteralmente d’assalto i profili social di Brugnaro. Ma è su Facebook che il dibattito si è infiammato con oltre mille commenti, quasi tutti al vetriolo. «Non ci sono epidemie in Italia a meno che non siano costruite o importate», si legge tra il migliaio di commenti - Ho documentazioni ventennali di cosa possono procurare i vaccini e prove viventi».
Quando la capogruppo in Comune di Forza Italia, Deborah Onisto, ha provato a rispondere, ecco l’attacco ad personam: «Si documenti prima di parlare». E ancora, «no ai vaccini a scatola chiusa», scrive una madre e un’altra, «niente vaccini se il medico non firma una dichiarazione che si assume ogni responsabilità, i vaccini non sono caramelle, il sindaco in caso di problemi si assume oneri e doveri?».
Domenica, in serata, un microbiologo esperto in virologia ha letto il lungo elenco di post e sconsolato ha scritto: «Venti anni di studio, il lavoro mi ha portato ad occuparmi di immunologia nei pazienti pediatrici oncologici: leggere certe parole mi lascia addosso frustrazione, tristezza e sfiducia nel futuro senza precedenti». Non l’avesse mai fatto, i no-vax che sembravano essersi calmati sono ripartiti all’attacco.
«Ma invece di parlare a vanvera, scienza un cavolo - la risposta di un anti-vaccini - Informatevi, i figli dei dottori, non sono vaccinati». Nel bailamme di prese di posizione, offese, attacchi a chi dice sì alle vaccinazioni, il sindaco non è mai intervenuto, non ha eliminato il post ma nemmeno ha avviato battibecchi con gli ospiti delle sue pagine social.
Il Comune di Venezia, come tutte le amministrazioni d’Italia, ha in capo le scuole di infanzia e i nidi e lo staff del sindaco, ieri, ha fatto sapere: «Rispetteremo la legge». A fine aprile, quando il M5s ha chiesto una proroga all’obbligo vaccinale, la giunta l’ha negata, anche perché tutti i genitori, fatto salvo una decina di convinti no-vax, avevano portato le certificazioni dell’Usl che attestavano di aver inoculato i vaccini ai figli o preso appuntamento per farlo.
Nel territorio coperto dall’azienda socio-sanitaria 3 Serenissima, in realtà la copertura vaccinale è buona: tra gli
0 e i 6 anni ha l’esavalente il
95% di bimbi, mentre morbillo parotite e rosolia scendono al 94%. Restano un migliaio di piccoli non coperti i cui genitori a breve saranno richiamato dall’Usl.