Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Artigianato, l’occupazione cresce a trainare l’aumento sono le donne
Indagine dell’associazione di via Fermi. Ma ora preoccupa il «Decreto dignità»
VICENZA L’artigianato si colora di rosa e torna ad assumere.
È una fotografia che dà speranza quella scattata da Confartigianato Vicenza, che descrive i primi sei mesi dell’anno. Aumentano i posti di lavoro, soprattutto per le donne e, tra i settori che trainano la ripresa, ci sono il manifatturiero (più 2,2 per cento) e i servizi (più 2,2 per cento), mentre quello delle costruzioni è di segno negativo (meno 0,9 per cento). L’ufficio studi di Confartigianato Vicenza, in base alla situazione di 2.027 micro e piccole imprese con un totale di 11.206 dipendenti, ha stilato un report sulla situazione in provincia tra gennaio e giugno. «È una rilevazione che ci conforta – commenta Sandro Venzo, delegato alle politiche del lavoro e della formazione di Confartigianato Vicenza –, perché parla di un artigianato vicentino che non ha mai smesso di rimboccarsi le maniche, che ha agganciato la ripresa anche investendo nei prodotti di qualità, nei mercati esteri e nell’innovazione di processo e prodotto».
Nel dettaglio, stando al focus provinciale, l’occupazione nei primi sei mesi del 2018 è cresciuta dell’1,8 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un’impennata del 3,6 per cento nell’Alto Vicentino, e soprattutto nei settori della mobilità (più 3,7 per cento), della produzione (più 2,8 per cento) e della moda (più 3,7 per cento). Quanto ai tipi di contratto, la crescita si nota maggiormente in quello di apprendistato ( più 7,1 per cento). L’aumento riguarda anche l’assunzione di impiegati (più 3,9 per cento) e gli occupati con orario part-time (più 2,4 per cento). Il dato più significativo, parlando di occupazione, riguarda le donne: nei primi sei mesi del 2018 sale del 3,1 per cento rispetto al primo semestre del 2017, a fronte di una crescita dell’1,1 per cento dell’occupazione maschile.
«È evidente – osserva Venzo - che qualcosa sta cambiando sia in azienda che tra le lavoratrici, la cui preparazione ora non è più legata a logiche di genere. Senza dimenticare l’importanza degli strumenti di welfare aziendale che possono permettere una migliore, e maggiore, conciliazione tempo di vita e tempo di lavoro. Per quanto riguarda il part-time, invece, (che nel secondo semestre del
2017 è cresciuto del 5,1 per cento) si può leggere anche come una lungimirante scelta per rispondere alle nuove esigenze di flessibilità produttiva messa in forte discussione dagli ultimi provvedimenti del governo in tema di lavoro». Analizzando l’età dei lavoratori, continua un trend iniziato a fine 2016: crescono i dipendenti con più di 50 anni (più 10 per cento) e quelli che non ne hanno ancora compiuto 30 (più 1,7 per cento). Diminuisce, invece, la fascia che sta in mezzo: il calo dei dipendenti tra i 30 e i 50 anni è
dell’1,7 per cento. A corredo dei dati, Confartigianato si dimostra preoccupata per gli eventuali effetti negativi del «Decreto Dignità», il provvedimento in tema di lavoro e occupazione ideato dal nuovo governo, che ha ottenuto i consensi della maggioranza del Parlamento. «Gli artigiani non vivono di rendita – conclude Venzo –, ma creano ricchezza anche per il territorio. Abbiamo manifestato preoccupazione nei confronti del Decreto Dignità, perché rischia di vanificare, o quanto meno rallentare, quando fin qui fatto».
” Venzo Gli artigiani non hanno mai smesso di rimboccarsi le maniche
Qualcosa è cambiato nelle aziende artigiane e anche nelle lavoratrici