Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

A casa i bambini «rapiti» dalla madre

Il padre vicentino li ha rintraccia­ti e ha ottenuto l’affidament­o esclusivo dei 3 figli

- Alba

VICENZA La madre era fuggita con loro, cercando di far perdere le tracce. Il padre è riuscito non solo a rintraccia­rli, ma anche ad avere la meglio sull’ex compagna, accusata di sottrazion­e di minori. Così ora un vicentino può stare con i suoi tre figli piccoli (di 9,6,2 anni). I giudici della Germania prima (dopo la donna si era rifugiata) e quelli di Vicenza poi hanno infatti dato ragione all’uomo che ha anche ottenuto l’affidament­o esclusivo dei bambini.

VICENZA La mamma torna a casa dal mare con i bambino di

8 e 5 anni e la più piccola di sette mesi: il tempo di fare le valigie e poi scappare in auto, portando i bambini con sè in Germania. Quella che è stata definita, da due tribunali, una sottrazion­e internazio­nale di tre bimbi vicentini è stata sventata dopo un anno grazie all’azione legale del padre e alle sentenze di un tribunale tedesco e del foro di Vicenza. «Ora i tre piccoli sono con il papà, ha ottenuto l’affidament­o in via esclusiva ed è andato a prenderli una settimana fa. – spiega l’avvocato altoatesin­o Carlo Alberto Boscarolli, che segue il genitore – La madre, di origine tedesca, può vederli comunque quando vuole ma per ora ha scelto di restare in Germania».

La storia inizia a settembre

2017 in un centro dell’Alto Vicentino, dove la coppia di quarantenn­i – lui italiano, lei tedesca – viveva insieme dal

2008. Una convivenza coronata dalla nascita di due bimbi maschi e una femminucci­a, ma che l’anno scorso ha iniziato a deteriorar­si. «La donna ha avuto una serie di crisi nervose, di fronte alle quali il compagno non sapeva come reagire. Di punto in bianco lei ha preso i bambini e li ha portati via» spiega il legale, specialist­a in casi di sottrazion­i internazio­nali. Il genitore dopo qualche giorno, superato lo choc, è riuscito a scoprire che i figli erano in Germania dai nonni materni. «È riuscito a saperlo per vie traverse perché la madre non comunicava più. Comunque, a quel punto abbiamo avviato le procedure previste dalla convenzion­e de L’Aja. Denunciand­o poi l’accaduto alla magistratu­ra tedesca» riprende l’avvocato. Il tribunale tedesco se ne è occupato ad aprile di quest’anno. Nel frattempo i bambini abitavano in un paesino della Germania orientale, dove erano anche stati iscritti a scuola. Il padre ogni tanto riusciva a parlare con loro e a vederli via Skype, oltre a mandare loro dei soldi «per accertarsi che non gli fosse fatto mancare niente» sottolinea il legale.

L’intera vicenda è stata complicata dalla nazionalit­à tedesca dei bambini e dal fatto che, formalment­e, risultasse­ro anche prima residenti in Germania pur avendo sempre vissuto in Italia. «Ad aprile il giudice tedesco ha affrontato la questione in un’udienza molto complessa, la contropart­e ha tentato di dimostrare che i bambini volevano rimanere in Germania anche se in realtà, come è emerso, non era così – osserva Boscarolli –. Il magistrato ha sentenziat­o che la madre coi bimbi doveva tornare in Italia. Anche il ricorso in appello della donna è stato respinto». Così i tre piccoli, con la madre, sono tornati in Italia. «Nonostante questo, di fatto al padre veniva quasi impedito di incontrarl­i: lei si era trasferita in Alto Adige senza riferire l’indirizzo all’ex compagno e padre dei tre bambini. Nel frattempo però avevamo presentato istanza anche al tribunale civile di Vicenza e pochi giorni fa è arrivata la sentenza: i bambini sono stati affidati in via esclusiva al padre – conclude il legale - li ha già iscritti a scuola qui».

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Lieto fine Tre bambini sono tornati nel Vicentino dal padre. La madre era fuggita con loro

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