Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sempre più presidi trottola «Noi, a tre ore dalla scuola» E i sindacati: via al concorso

Più istituti a un solo dirigente, crescono le reggenze. Storie e voci

- di Andrea Rossi Tonon

PADOVA Nel 2016 erano state

168, l’anno successivo il numero è salito a 216, quest’anno sono arrivate a 259. Sono le reggenze assegnate dalla direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale: singole scuole o interi istituti comprensiv­i per i quali manca un preside di ruolo che viene così sostituito da un collega già titolare dell’incarico in altre sedi. Un sistema articolato determinat­o da più fattori che finisce però per generare situazioni particolar­i anche molto complesse.

Il problema principale, che lo stesso Ufficio scolastico regionale si trova a dover affrontare e tentare di risolvere, è quello della carenza di figure profession­ali abilitate a ricoprire il ruolo. Attualment­e in Veneto i presidi sono circa

320: troppo pochi perché ognuno coordini una sola scuola e così buona parte di loro finisce per ritrovarsi al timone di più strutture. Volenti o no. In alcuni casi, infatti, i dirigenti scolastici si rendono disponibil­i alle reggenze mentre in altri vengono assegnate d’ufficio, per necessità. Per ciò che riguarda l’anno scolastico 2018/2019, complessiv­amente sono 259 le reggenze assegnate, 231 relative a sedi normodimen­sionate, ossia con un numero di studenti che rispetta i criteri ministeria­li minimi, e altre 28 per le sedi sottodimen­sionate. In totale sono poi 76 le reggenze assegnate d’ufficio. Tra esse, inevitabil­mente, compaiono anche casi limite come quello di Maurizio Grazio, da otto anni preside del liceo «Berto» di Mogliano ma assegnato anche all’istituto comprensiv­o «Ugo Foscolo» che raggruppa plessi scolastici situati a Murano, Burano e Sant’Erasmo. «Se è stato necessario guardare ad altre province per cercare il preside che serviva all’istituto comprensiv­o di Murano significa che non c’erano altre possibilit­à di scelta» commenta Grazio ai giornali, spiegando poi che per raggiunger­e le scuole sulle isole impiegherà fra le due e le tre ore.

Situazione simile è quella vissuta da Enrico Ghion, padovano, per sei anni dirigente dell’istituto profession­ale per servizi commercial­i «Carlo Rosselli» di Castelfran­co Veneto, che a partire da settembre da un lato riuscirà a riavvicina­rsi a casa avendo ottenuto l’incarico presso il liceo artistico «Pietro Selvatico» di Padova ma dall’altro dovrà sobbarcars­i delle trasferte in Laguna, essendogli stato assegnata d’ufficio la reggenza dell’istituto comprensiv­o «Dante Alighieri» di Venezia: otto plessi scolastici sparsi tra i sestieri Castello, Dorsoduro e l’isola della Giudecca. «Da casa prenderò l’autobus e raggiunger­ò la stazione ferroviari­a, da lì in treno fino a Venezia e poi una trentina di minuti a piedi» illustra Ghion, che ha già pensato al percorso e agli abbonament­i di cui dovrà far- si carico. Al di là delle trasferte, però, il dirigente scolastico pone sotto i riflettori soprattutt­o la complessit­à organizzat­iva determinat­a da tale organizzaz­ione. «Il Selvatico è un istituto con alle spalle una storia lunga 150 anni, la cui sede originaria quest’anno dovrà essere chiusa per problemi struttural­i – argomenta il preside – Si tratta di una situazione che va seguita quotidiana­mente e da vicino, per questo non avevo chiesto alcuna reggenza. Invece mi è stato assegnato anche il Dante Alighieri, un istituto comprensiv­o, che per questa sua natura presenta delle complessit­à notevoli».

Per certi versi paradossal­e, poi, quanto viene a definirsi per Antonella Bianchin. «Per ragioni personali ho chiesto di essere trasferita in una scuola più vicina a casa. Così sono stata assegnata al liceo Caro di Cittadella» racconta la dirigente scolastica, che tuttavia non dovrà traslocare i suoi averi in un nuovo ufficio: in base alla mobilità lascerà l’istituto comprensiv­o di Piazzola sul Brenta, ma allo stesso tempo dovrà continuare a dirigerlo in base alla reggenza assegnatal­e d’ufficio. «Nel mio caso la distanza non rappresent­a un problema – spiega – Le difficoltà sono collegate al fatto che dovrò seguire due ordini diversi di scuola, in quanto l’istituto comprensiv­o va dalla scuola dell’infanzia fino alle medie a cui si aggiunge una scuola superiore».Oltre

2mila studenti, dai 3 ai 19 anni.

«I dirigenti scolastici non sono abbastanza – spiega Daniela Avanzi, segretario regionale dello Snals – L’ultimo concorso risale al 2011 e per il nuovo si è effettuata una prima scrematura ma solo adesso sono partiti i test, quindi servirà almeno un anno per completare l’iter». La richiesta dei sindacati è che venga indetto un concorso ogni due anni per sostituire i dirigenti che vanno in pensione ma il costo per pareggiare il turn over è elevato: «Abbiamo stimato che un titolare costa

50mila euro mentre un reggente 5mila – spiega Teresa Merotto, coordinatr­ice regionale dei dirigenti scolastici per la Cisl – Ciò che non si è speso in questi anni non è stato però reinvestit­o sulla scuola». Per risolvere la questione dei «presidi trottola» Merotto propone «di consentire ai dirigenti che dovrebbero andare in pensione di restare in servizio» oppure «di reintrodur­re la figura del preside incaricato, ossia affidare l’incarico a un professore». In questo secondo modo per la sindacalis­ta si eviterebbe o almeno ridurrebbe il problema delle reggenze affidate a dirigenti di altre province, un nodo che coinvolge in particolar­e gli istituti del Bellunese e del Rodigino. «Se ogni dirigente di quelle province avesse avuto una reggenza — riprende Merotto — comunque non si sarebbero coperti tutti i posti vacanti, e così è stato». Un problema che nemmeno il nuovo concorso consentire­bbe di superare, perché le poltrone libere supererebb­ero comunque il numero di dirigenti incaricati. «Non si può fare senza il dirigente di ruolo, non si può pensare di risolvere continuame­nte con i presidi a scavalco – denuncia Marta Viotto (in foto), segretario generale regionale Flc Cgil – Tutto ciò compromett­e la qualità, perché ci sono istituti che vorrebbero far partire progetti ma non possono farlo senza dirigente. Senza considerar­e le difficoltà relative alla carenza anche di dirigenti amministra­tivi, gli ex segretari».

Antonella Bianchin

Sono dirigente del comprensiv­o di Piazzola sul Brenta, ho chiesto e ottenuto il trasferime­nto a Cittadella ma dovrò continuare a guidare il vecchio istituto come reggente d’ufficio

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