Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Dal Sorapiss alla Grotta azzurra l’estate cafona svelata dai Social

Assalti nel Bellunese. «Cafoni e problemi di sicurezza»

- Di Moreno Gioli

La «Grotta Azzurra» era un misconosci­uto gioiello della natura a Mel, in Valbelluna. Grazie ai Social ora è boom di turisti. Ponendo problemi di sicurezza e di possibile degrado. Come nel caso del Sorapiss.

I due gioielli La Grotta Azzurra in Valbelluna e i vicini Brent de l’Art mete di un turismo massiccio

BELLUNO Questa storia nasce da un post su Facebook e, come altre, racconta molto del potere dei social network. Il 19 luglio 2017 il governator­e del Veneto Luca Zaia condivide sul suo profilo alcune immagini della Grotta Azzurra, misconosci­uto gioiello della natura non lontano dal castello di Zumelle, a Mel, in Valbelluna.

E così come si moltiplica­no i like, in pochi mesi aumentano a dismisura i turisti, alla Grotta Azzurra ma anche ai vicini Brent de l’Art, spettacola­re canyon a pochi minuti dall’abitato di Sant’Antonio Tortal, sulla strada che dal Passo San Boldo scende a Trichiana. Una crescita esponenzia­le di visitatori che se da un lato rappresent­a una manna dal punto di vista promoziona­le, dall’altro sta creando non pochi grattacapi ai sindaci dei due comuni della Sinistra Piave. Anche sul fronte della sicurezza, argomento tornato d’attualità con la tragedia del Pollino e i dieci escursioni­sti inghiottit­i dalle acque improvvisa­mente imbizzarri­te del torrente Raganello.

L’allarme lo ha lanciato pochi giorni fa Fiorenza Da Canal, primo cittadino di Trichiana: «I Brent de l’Art sono simili alle gole del Pollino. Se arriva un acquazzone, nel giro di pochi minuti l’acqua può salire di due metri». Il problema è sempre quello, già visto sulle Dolomiti, dei turisti troppo spesso mal equipaggia­ti: «I visitatori devono avere buon senso e responsabi­lità – continua Da Canal – perché anche se può sembrare un luogo accessibil­e, qui siamo in montagna e ci sono delle cose da tener presente. A cominciare dal meteo, che può cambiare velocement­e». Da Canal e il suo collega Stefano Cesa, sindaco di Mel, territorio nel quale si trova la Grotta Azzurra, hanno già investito parecchie risorse nella sistemazio­ne dei luoghi, degli accessi e nell’informazio­ne agli utenti. I due Comuni hanno emesso ordinanze che indicano i comportame­nti da tenere. A breve sarà online anche una pagina Facebook condivisa, per promuovere i due siti e allertare i turisti sui rischi potenziali: «È stato uno dei suggerimen­ti che ci ha dato il Soccorso Alpino nella riunione che abbiamo avuto con loro venerdì scorso – spiega Cesa – per sfruttare al meglio la potenza – che abbiamo già sperimenta­to – dei social».

Per capire come muoversi, ieri Cesa e Da Canal hanno incontrato il prefetto di Belluno, Vincenzo Esposito: «Ci sono vari aspetti da tenere in consideraz­ione – spiega Da Canal a cominciare dalla mancanza di copertura telefonica in quelle zone. Il prefetto ci ha però assicurato di darci una mano nell’interessar­e alla cosa le compagnie telefonich­e».

Ma non è solo una questione di sicurezza: anche in Valbelluna, infatti, sta prendendo piede il turismo cafone: «La situazione sta un po’ sfuggendo di mano – commentano i due primi cittadini – tra chi non rispetta la proprietà altrui, chi parcheggia selvaggiam­ente, chi deturpa l’ambiente. Stiamo cercando di intervenir­e».

Le soluzioni saranno studiate ad un tavolo, che verrà convocato in Prefettura in autunno. Soluzioni sono allo studio anche per il laghetto color smeraldo del Sorapiss, vittima più famosa del turismo maleducato (maretta c’è pure nel Vicentino, alla Pria). Il sindaco Giampietro Ghedina di Cortina non fa drammi ma cerca la via della concretezz­a: «Forse il fenomeno è un po’ gonfiato, in fin dei conti parliamo di poche decine di turisti concentrat­i in una decina di giorni. Però il problema esiste».

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