Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Genx, nuovi controlli nella ditta Miteni

Oggi in tribunale termina il presidio della mamme No Pfas che vedranno il vescovo

- Andrea Alba

VICENZA Un ciclo di nuovi controlli sugli impianti dell’industria chimica Miteni di Trissino, sia nelle tubazioni interrate che in quelle aeree, svolti con un liquido «tracciante».

La decisione di eseguirli è stata presa ieri assieme da Provincia, Regione e Arpav.

Intanto, in tema di Pfas è arrivato al quinto e ultimo giorno il presidio con le tende davanti al tribunale di Vicenza delle Mamme «No Pfas»: oggi verranno ricevute dal vescovo Beniamino Pizziol.

VICENZA Un ciclo di nuovi controlli sugli impianti dell’industria chimica Miteni di Trissino, sia nelle tubazioni interrate che in quelle aeree, svolti con un liquido «tracciante».

La decisione di eseguirli è stata presa assieme da Provincia, Regione e Arpav, enti che ieri mattina si sono confrontat­i informalme­nte sul caso Pfas e sulle analisi svolte dopo le nuove contaminaz­ioni rilevate in falda a Trissino, quelle dell’acido GenX e del C604. «Queste ulteriori verifiche sono già iniziate, ci vorrà qualche settimana» spiega il consiglier­e provincial­e Matteo Macilotti, delegato all’Ambiente.

Intanto, in tema di Pfas è arrivato al quinto e ultimo giorno il presidio con le tende davanti al tribunale di Vicenza delle Mamme «No Pfas»: oggi verranno ricevute dal vescovo Beniamino Pizziol.

La Provincia, ente da cui dipende l’Aia (autorizzaz­ione integrata) che consente a Miteni di operare, qualche settimana fa ha sospeso l’autorizzaz­ione per la parte di impianti dove si era lavorato l’acido GenX, trovato in falda. Un primo ciclo di analisi condotte assieme ad Arpav si è concluso il 16 agosto, «stiamo attendendo la relazione dal perito esterno incaricato di redigerla – spiega Macilotti – per valutarne gli esiti». Questi accertamen­ti, condotti principalm­ente nei tubi interrati, non avrebbero però definito in modo chiaro se ci sia una perdita nelle condotte, tale da contaminar­e la falda, né dove sia. Motivo per cui a Trissino sono già partite analisi ancora più approfondi­te, volte a fugare ogni dubbio. «È assolutame­nte necessaria anche questa ulteriore prova con dei liquidi traccianti, coloranti, per poter esprimersi al cento per cento – riprende il consiglier­e provincial­e e sindaco di Chiampo – ci vorrà qualche settimana e la verifica verrà estesa anche alle tubazioni aeree, che sono la maggior parte. Nel frattempo, la parte di impianto che era dedicata al GenX rimane sospesa, non attiva».

Intanto, oggi alle 18 gli attivisti dell’Ovest Vicentino – Mamme «No Pfas», ma anche molte associazio­ni ambientali­ste – concludera­nno l’attività del presidio davanti al palazzo di giustizia di Vicenza. «Oggi chiederemo al vescovo Pizziol di pregare per la nostra terra, contaminat­a» spiegano le Mamme «No Pfas». L’obiettivo del presidio è noto, «vogliamo spingere la procura a chiudere l’indagine e a far sospendere del tutto l’attività all’industria Miteni di Trissino» dichiarano le mamme. Circa un centinaio i volontari che si sono alternati nei turni. Presenti anche gli alpini di Lonigo, che hanno dormito lì due notti.

Nei cinque giorni sul posto (oggi come detto è l’ultimo) sono arrivati anche molti politici, da esponenti comunali e regionali di centro e sinistra e del Movimento 5 Stelle ad amministra­tori locali, come il vicesindac­o di Vicenza Matteo Tosetto (Forza Italia). Sul posto anche il vicesindac­o di Sarego, Flavio Zambon, che ha espresso un dubbio sull’acqua potabile nell’Ovest Vicentino: «Abbiamo chiesto al gestore di verificare la presenza di GenX e ci dice che è tutto a posto, mentre per il C6O4 pare non ci sia modo di fare l’analisi. Siamo molto perplessi».

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Gazebo e tende Il presidio permanente dei comitati «no Pfas» rimasto per cinque giorni davanti al palazzo di giustizia di Vicenza

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