Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Presidi trottola, sindacato avvia azioni legali «No all’obbligo delle reggenze»
Quella dei presidi-trottola è una vera e propria emergenza: 260 scuole in reggenza su poco meno di 600. Ed è per questo che l’Anp, sindacato che rappresenta circa il 50% dei dirigenti scolastici in Veneto, è passato alle vie legali.
Per reggenza, si intendono singole scuole o interi istituti comprensivi per i quali non c’è un preside di ruolo, che viene sostituito da un collega già titolare. Ma è pur vero che dove c’è un preside titolare costretto a dividersi, la situazione non è migliore: si arriva così ad una situazione paradossale in cui 520 scuole venete avranno una dirigenza «part-time». La conseguenza, sottolinea il presidente regionale dell’ANP Armando Tivelli, «è una situazione disastrosa, in cui si ha un’evidente ricaduta negativa sulla qualità del servizio erogato, perché non si tratta di misure provvisorie, ma di una carenza di figure professionali». La crescita di questo fenomeno è vista come «endemica e patologica per una mancata volontà del ministero dell’istruzione stesso di trovare una soluzione a questa problematica». L’ulteriore problema è legato alla retribuzione: assumere la reggenza di un altro istituto comporta un obbligo per i dirigenti scolastici che non può essere rifiutato e il compenso che ricevono, in cambio di un raddoppio di responsabilità e obblighi, viene preso dai fondi per la retribuzione ordinaria degli stessi. A rendere il tutto ancora più complesso, attualmente non viene riconosciuta alcuna «indennità di trasferta», ovvero i presidi, per raggiungere le sedi di reggenza, che possono distare anche molti chilometri, devono pagare di tasca propria. Ma la radice del problema sta nell’assegnazione stessa degli incarichi di reggenza, che si basa su una modalità a doppia fase che dovrebbe favorire le preferenze dei dirigenti ma, visto la disastrosa situazione di posti vacanti, porta a presentare domanda solo a fini «difensivi» per evitare disagi maggiori. ANP, di conseguenza, intende valutare non solo eventuali violazioni della legge a tutela delle libertà sindacali, ma anche di «agire nelle sedi opportune per denunciare l’obbligo contrattuale delle reggenze, che deve essere riportato ad una adesione libera». Su questo insiste il presidente di ANP, perché «i dirigenti scolastici, che meriterebbero almeno di essere ringraziati per l’impegno messo per far funzionare le scuole, sono stufi di essere maltrattati. Hanno anche loro diritto a ritmi di lavoro «umani» e tutela della loro salute, bene che deve essere tutelato».
E’ così che in un quadro di profondo malcontento, l’ANP esorta i dirigenti scolastici a valutare con attenzione quali siano gli adempimenti effettivamente obbligatori per legge.
” Il sindacato La reggenza deve tornare ad essere una scelta volontaria e non un obbligo, vogliamo ritmi umani