Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Leva obbligatoria, la legge in consiglio regionale
Oggi il dibattito sulla proposta che piace a Salvini e Zaia. Studenti rasati a zero per protesta
VENEZIA Il ministro dell’Interno Matteo Salvini rivuole la naja: «Stiamo valutando di reintrodurre per alcuni mesi il servizio militare e il servizio civile per i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Così almeno impari un po’ di educazione che mamma e papà non sono in grado di insegnarti». Il governatore Luca Zaia rivuole la naja: «Crediamo in questa bella opportunità, un periodo di ferma obbligatorio che dia modo ai ragazzi di fare esperienza, aggiungendo magari un corso d’inglese». E pazienza se il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, la liquida come «un’idea romantica, non più al passo coi tempi» perché «i nostri militari debbono essere dei professionisti»: dal Veneto parte una proposta di legge nazionale che, se mai arriverà in parlamento (i precedenti non depongono a favore: non è mai accaduto una sola volta), ripristinerà dal 2021 il servizio militare e civile obbligatorio, organizzato su base regionale, per otto mesi, con l’obiettivo, ha spiegato il relatore Massimo Giorgetti di Forza Italia (ex parà ed ex alpino), di «dedicare un periodo della propria vita al territorio di appartenenza».
Il progetto di legge, già approvato in commissione con i voti della maggioranza, approderà oggi pomeriggio in consiglio regionale: con la fine della naja, ha proseguito Giorgetti, «il senso di appartenenza al territorio è in parte venuto a scemare, come il desiderio di appartenenza al gruppo che in molti ricordano conseguente al periodo vissuto con i commilitoni». La Lega c’è: «Non è un tormentone estivo - ha commentato la capogruppo della lista Zaia , Silvia Rizzotto - così si passa dalla cultura dei diritti a quella dei doveri. È positiva la possibilità di essere addestrati alla difesa militare e alla difesa civile e di poter intervenire in maniera sistematica, uniforme e coordinata nei casi di allarme e di emergenza».
La minoranza si prepara a dare battaglia e con la consigliera della lista Moretti, Cristina Guarda, attacca: «È una proposta che non rispecchia la mia cultura, basata sulla pace tra i popoli, ma che rispecchia benissimo l’arroganza della maggioranza che non ha minimamente coinvolto il territorio e soprattutto i giovani, destinatari del provvedimento». Alcuni di questi, appartenenti alla Rete degli Studenti Medi, oggi si presenteranno a Palazzo Ferro Fini per protestare in modo veemente: i ragazzi, infatti, annunciano di volersi rasare a zero, al grido «vi consegniamo i nostri capelli e che il consiglio ne faccia ciò che vuole, ma giù le mani dal nostro futuro. Signor no, signore, noi non ci stiamo. I nostri capelli sono l’unica diversità a cui siamo disposti a rinunciare. Se la Regione ci vuole ordinati e omologati, questo è il massimo che siamo disposti a darle».