Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Fimon, ecco i droni acquatici per misurare in tempo reale lo stato di salute del lago
ARCUGNANO I droni studiano il lago di Fimon. È la nuova sperimentazione andata in scena sullo specchio d’acqua di Arcugnano nei giorni scorsi, coordinata dal dipartimento di Informatica dell’Università di Verona, in collaborazione con l’Arpav.
I due robot hanno navigato le acque del Fimon e, mentre uno dei due è riuscito ad entrare, l’altro non ha potuto sondare perché bloccato dalle piante che in questo periodo coprono una parte importante della superficie. I droni, sviluppati nell’ambito del progetto europeo Intcatch 2020, sono dotati di sonde per la misura di alcuni parametri chimico-fisici, come la temperatura e l’ossigeno disciolto. Possono eseguire misure in autonomia e permettono di visualizzare i dati in tempo reale tramite tablet o smartphone. «Sono droni acquatici che possono navigare in acqua in autonomia – spiega Alessandro Farinelli, professore associato del dipartimento di informatica dell’Università di Verona e responsabile dell’unità di ricerca del progetto Intcatch 2020 per l’ateneo scaligero -. L’intento è quello di vedere le possibilità di questi droni in vari contesti. Al lago di Fimon si è capito che si possono utilizzare per il monitoraggio».
I dati ricavati dai due strumenti, molto piccoli, agili da trasportare e innovativi per il settore, sono stati comparati con quelli risultati dal monitoraggio tramite sonda dell’Arpav e sono risultati in linea. Eseguito il test, spetterà ora ad Arpav capire se gli strumenti possono essere utili per monitorare lo specchio d’acqua. Un lago, quello di Fimon, che continua ad essere oggetto di studi e di prove. Per qualche anno, fino a poco fa, è stato parte di un progetto dell’Università di Parma e, sempre in via sperimentale, una barca «speciale» finanziata dalla Regione Veneto ha tagliato e raccolto le piante acquatiche che infestano il bacino. Ora la Provincia di Vicenza, che ha in gestione il Fimon, terminati questi due progetti, deve capire come proseguire con la cura del lago, destinato per natura a interrarsi.
Intanto, a Vicenza, c’è un altro piccolo specchio d’acqua che ha problemi. È il laghetto artificiale intorno al tempietto di Parco Querini che, a causa malfunzionamento del sistema di pompe, si è in parte colorato di rosso, con le acque sostanzialmente ferme e paludose. Il Comune è all’opera per sistemare il problema: «Serve un lavaggio completo», spiega l’assessore alle Infrastrutture Claudio Cicero.