Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I «No Pfas» in procura e dal vescovo

Ieri quinto e ultimo giorno del presidio delle mamme con tende davanti al tribunale

- A. Al.

VICENZA Pfas, la procura di Vicenza è vicina alla chiusura dell’indagine. Ieri le Mamme «No Pfas», da cinque giorni in presidio con le tende proprio davanti agli uffici giudiziari di Borgo Berga, hanno incontrato il sostituto procurator­e Barbara De Munari che, con il collega Hans Roderick Blattner, conduce l’inchiesta. In serata le mamme, prima di andarsene dal piazzale fuori il tribunale, hanno incontrato il vescovo Beniamino Pizziol in Curia.

Il flash mob Le mamme con bambolotti a denunciare gli effetti degli inquinanti sulla salute dei loro figli

VICENZA Pfas, la procura di Vicenza è vicina alla chiusura dell’indagine. Ieri le Mamme «No Pfas», da cinque giorni in presidio con le tende proprio davanti agli uffici giudiziari di Borgo Berga, hanno incontrato il sostituto procurator­e Barbara De Munari che, con il collega Hans Roderick Blattner, conduce l’inchiesta. In serata le mamme, prima di andarsene dal piazzale fuori il tribunale, hanno incontrato il vescovo Beniamino Pizziol.

«Ai magistrati abbiamo detto che se non ci saranno risposte a breve torneremo qui più numerose di prima» avverte Michela Piccoli, del comitato dell’Ovest Vicentino.

Da venerdì scorso, un centinaio circa di genitori del comitato e volontari di altre associazio­ni ambientali­ste si sono alternati nel presidio fisso davanti al palazzo di giustizia. L’obiettivo, come ribadito più volte dai promotori, era «spingere la procura a chiudere l’indagine sulla contaminaz­ione in falda da Pfas – osserva Piccoli – e chiedere che venga sospesa l’attività dell’industria chimica Miteni di Trissino. L’ho detto in modo chiaro anche al sostituto procurator­e De Munari – insiste l’attivista – se noi rubiamo una cassa di bottiglie d’acqua al supermerca­to andiamo in galera il giorno stesso, e allora perché non succede nulla a chi “ruba” una falda?».

L’indagine sull’inquinamen­to da Pfas a catena lunga, contaminaz­ione estesa fra l’Ovest Vicentino, la Bassa Veronese e la Bassa Padovana, sarebbe ormai vicina alla chiusura. Ma solo con questo passaggio si avrà il quadro completo di contestazi­oni ed indagati. Le mamme ieri mattina hanno inscenato un flash mob con dei bambolotti in mano, vestiti di nero. Il senso è chiaro: i manifestan­ti, papà e mamme, hanno tutti dei figli nei quali è stato riscontrat­o dalle analisi un forte quantitati­vo di Pfas nel sangue, ben oltre la media. Nel pomeriggio il comitato è stato ricevuto dal vescovo Beniamino Pizziol, in Curia. Al presule le mamme hanno portato un dolce e una maglia «No pfas» e hanno chiesto di interceder­e con la preghiera: «Lo ringraziam­o, la nostra azione prende esempio e forza dall’enciclica Laudato Si con cui papa Francesco ci esorta a prenderci cura dell’ambiente in quanto nostra Casa Comune».

Sul presidio (terminato ieri) è intervenut­o anche il presidente della Regione Luca Zaia. «Penso che, alla procura, abbiamo portato quintali di carte, fior fior di documentaz­ioni. E, a tutt’oggi, siamo gli unici ad aver posto dei limiti. Dai rubinetti esce acqua pulita. E, non a caso, abbiamo richiesto che siano effettuati carotaggi di controllo nel terreno. Resta comunque il fatto che il Veneto oggi è riferiment­o nazionale, in materia, essendo noi gli unici che si sono dati da fare». Intanto in Comune a Vicenza il consiglier­e Giovanni Rolando (Pd) ha presentato un’interpella­nza urgente al sindaco Francesco Rucco chiedendo «dati alla mano» rassicuraz­ioni sulla qualità dell’acqua del rubinetto a Vicenza. Sul tema è intervenut­o anche il Pd vicentino, sollecitan­do la Regione «ad accelerare sul piano delle opere che permettera­nno di sostituire le fonti contaminat­e».

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Mobilitazi­one I genitori ieri mattina con t-shirt, cartelli e pupazzi

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