Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
I disegni dei bimbi ai marziani
Cheops partirà la prossima primavera
PADOVA Viaggiando nello spazio tra comete e meteoriti, il satellite della missione Cheops potrebbe avvistare un pianeta che gli strizza l’occhio e lo saluta con la mano, o una schiera di altri pianeti antropomorfi che ridono e fanno le linguacce come le faccine di Whatsapp. L’Agenzia spaziale italiana ha presentato i 2700 vincitori del concorso per le scuole «Manda il tuo disegno nello spazio con Cheops», lanciato nel 2015 con l’Istituto nazionale di Astrofisica e l’Università di Padova: le opere scaturite dalla fantasia dei bambini sono state miniaturizzate su due piccole lastre di titanio e voleranno nello spazio con la spedizione dell’Agenzia spaziale europea (Esa), un po’ come le due placche con le immagini di un uomo e una donna lanciate con le sonde Pioneer negli anni Settanta per rappresentare l’umanità a un ipotetico osservatore alieno.
Dei 266 disegni italiani selezionati, realizzati soprattutto dai bambini delle scuole medie, 92 provengono dal Veneto e 45 dalla provincia di Padova: «I ragazzi hanno aderito con grande entusiasmo e si sono sbizzarriti con grande creatività, disegnando razzi, stelle, pianeti e omini strani», commenta Valentina Granata del dipartimento di Fisica e Astronomia del Bo. Il risultato, per certi versi, è stato sorprendente: «Mi ha colpito molto che i bimbi diano per scontata la presenza di altre forme di vita extraterrestre, per lo più con atteggiamento di curiosità e amicizia - commenta Giampaolo Piotto, responsabile del gruppo di ricerca Cheops dell’ateneo patavino -. In pratica, i bambini hanno saltato un passaggio a cui noi stiamo cercando di arrivare scientificamente. Noi selezioniamo i pianeti per cercare segnali di vita, qualunque essi siano. Per i bambini è come se li avessimo già trovati». Lo scopo della missione infatti è quello di identificare molecole collegabili a forme di vita, dopo aver misurato i raggi dei pianeti extrasolari e aver così diviso i pianeti rocciosi da quelli gassosi. Il telescopio di Cheops è stato progettato da Roberto Ragazzoni (Osservatorio astronomico di Padova) e ha uno specchio principale di trenta centimetri, progettato sempre a Padova e assemblato dalla Leonardo di Firenze (ex Finmeccanica). Il gruppo padovano, incaricato di programmare l’utilizzo scientifico del satellite e di identificare i pianeti extrasolari da studiare, la prossima settimana si sposterà a Ginevra per concordare la prima lista di oggetti da osservare. In primavera poi Cheops verrà lanciato dalla base di Kourout (Guiana Francese) e volerà ad un’altezza di 700 km, compiendo un’orbita completa attorno alla Terra in 90 minuti.