Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Entrato in ruolo dopo dieci anni costretto a trasferirm­i a Venezia»

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VICENZA Dal sud a Vicenza per poter insegnare. Era stata una scelta, inizialmen­te difficolto­sa, quella di un docente che dieci anni fa si è trasferito a un migliaio di chilometri di distanza dalla propria famiglia d’origine per poter svolgere il lavoro per cui ha tanto studiato. Era stato destinato ad una sede disagiata dal punto di vista geografico, nell’Alto Vicentino, come supplente. «All’inizio è stato difficile – dice l’insegnante, che preferisce rimanere anonimo – ma poi mi sono ambientato e ho insegnato e avviato molti progetti». Poco tempo fa è arrivata la chiamata: l’entrata in ruolo, che nella scuola equivale all’assunzione a tempo indetermin­ato. Quel che doveva essere un momento di gioia, però, si è trasformat­o in qualcos’altro, perché il docente a settembre dovrà cambiare scuola, ma non solo. «Essendo tra gli ultimi a scegliere in prima convocazio­ne – spiega – non ho potuto scegliere la cattedra dove ho insegnato per dieci anni, quella che io chiamo “mia”. C’era posto solo nell’ambito di Venezia». E proprio nei dintorni della laguna dovrà trasferirs­i il docente, che ora deve lasciare la sua vita nell’Alto Vicentino.

Il suo non è l’unico caso, ma è simbolico per far capire cosa sta accadendo in questi giorni di nomine nel mondo della scuola. «È tutto fatto secondo legge – conclude l’insegnante, ma mi chiedo: come si tutela la continuità didattica? E poi con queste graduatori­e non si tiene conto nemmeno delle capacità profession­ali dei docenti, che vengono considerat­i delle pedine». (el.ra.)

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