Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ponte, parte il restauro ai pilastri del bagnasciug­a Il sindaco: «Chiederemo i danni alla Vardanega»

Deviando il corso del Brenta, la portata d’acqua ha peggiorato lo stato del legno. Allarme piene

- R.F.

La spesa La misura urgente, non prevista, costerà al Comune 25.376 euro

BASSANO Bisogna mettere in sicurezza anche le stilate tre e quattro, lato Angarano, del Ponte degli Alpini, in vista delle possibili piene autunnali del Brenta. L’ha stabilito l’area tecnica del Comune, che gestisce il sofferto restauro del monumento. Ai suoi esperti la giunta aveva affidato, la settimana scorsa, il compito di stabilire se fosse opportuno intervenir­e per rinforzare le due stilate a ovest il cui legno, dalle recenti analisi effettuate, risulta degradato. Dopo aver valutato i dati dell’indagine svolta sui materiali e quelli relativi alle statistich­e che dimostrano l’aumento della portata fluviale in autunno, i tecnici hanno deciso di metterle in sicurezza per evitare ogni rischio. Trattandos­i di un’operazione «di somma urgenza», la progettazi­one definitiva ed esecutiva nonché la direzione dei lavori sono state affidate direttamen­te dopo aver valutato alcuni preventivi. La scelta è caduta sull’ingegnere Gianmaria De Stavola della società «EFarm Engineerin­g & Consulting di Vigonza», cui vanno 25.376 euro.

Già consulente del municipio per il restauro del ponte, il profession­ista predisporr­à «nel più breve tempo possibile» il progetto che, secondo le indicazion­i dell’area tecnica comunale, dovrà essere completato entro la metà di ottobre. In attesa, dunque, di una risposta dall’impresa Inco di Pergine Valsugana — alla quale l’amministra­zione ha formalment­e chiesto di subentrare nei lavori di restauro dopo aver rescisso il contratto con la Vardanega, ora in liquidazio­ne — è stato avviato l’iter per questa imprevista operazione. «Dalle analisi risulta che il legno si sia ulteriorme­nte deteriorat­o, favorendo un lieve cedimento della struttura — spiega il sindaco Riccardo Poletto —. Il problema riguarda la parte del bagnasciug­a delle due stilate, soprattutt­o della terza, che per mesi, e a più riprese, ha dovuto sopportare una notevole quantità e un aumento della velocità della portata del fiume deviato dagli sbarrament­i costruiti sulla sponda opposta. Pare quindi esserci una correlazio­ne tra il degrado del materiale e la maggiore massa d’acqua concentrat­asi sul fianco ovest del Brenta. Motivo per cui è fortemente probabile che il conto di questa opera, fuori contratto, venga addebitato alla Vardanega. Il danno non ci sarebbe stato, o risultereb­be contenuto, se l’impresa trevigiana avesse rispettato i tempi della durata delle dighe per il restauro — aggiunge Poletto —. Invece, in oltre un anno, non solo non ha svolto il lavoro come da progetto, ma per tre volte ha costruito gli sbarrament­i deviando la portata del fiume, che ha peggiorato lo stato del legno. Un problema del quale dovrà rispondere».

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Il sindaco Riccardo Poletto punta il dito su Vardanega

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