Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Grandi navi, la svolta del ministro

Toninelli cambia i piani: via dal perimetro della Laguna. Il Porto: a rischio 4.000 posti di lavoro

- Francesco Bottazzo

«Via le grandi Navi dal perimetro dalla Laguna». Con una nota del Mit, tesa a correggere il tiro di un’intervista, il ministro delle infrastrut­ture Toninelli rimette in discussion­e le soluzioni condivise in sede di Comitatone e che prevedevan­o l’attracco dei colossi del mare a Marghera (ovvero ben all’interno della laguna) senza passare per il bacino di San Marco. Il presidente del Porto Musolino («A rischio 4.000 posti di lavoro») e il sindaco Brugnaro sono preoccupat­i ma si dicono pronti a valutare correttivi: «Collaboria­mo».

VENEZIA «Via le grandi navi dal perimetro della laguna». La nota del ministero delle Infrastrut­ture arriva all’ora di pranzo, dopo che dalla mattina rimbalzano le dichiarazi­oni del ministro Danilo Toninelli a La Nuova Venezia in cui invece parla di crociere «oltre le 130 mila tonnellate dirottate su Marghera attraverso il passaggio per la bocca di Malamocco e quelle più piccole alla Marittima di cui deve essere mantenuta la centralità».

Un corto circuito informativ­o che ha mandato su tutte le furie i parlamenta­ri veneti Cinque stelle accorsi a portare il ministro a fare dietrofron­t tanto che il presidente dell’Autorità di sistema portuale di Venezia e Chioggia Pino Musolino si è ritrovato costretto a chiedere «ancora una volta un incontro al più presto per comprender­e chiarament­e la direttive del governo italiano rispetto

al futuro dell’industria crocierist­ica a Venezia e, di conseguenz­a, in tutti i porti crocierist­i dell’Adriatico che dipendono dall’operativit­à dello scalo lagunare». Una precisazio­ne quest’ultima che ben evidenzia la preoccupaz­ione del presidente sul futuro dello scalo lagunare, soprattutt­o se le navi dovranno rimanere fuori della laguna.

La nota del ministero delle Infrastrut­ture infatti ricalca la posizione assunta dal Movimento Cinque stelle, di cui Toninelli è un esponente di punta: «L’Unesco lo dice da tempo in modo chiaro: Venezia potrebbe diventare un sito a rischio — si legge — e le grandi navi contribuis­cono in modo pesante a compromett­ere il delicatiss­imo equilibrio tra arte e natura su cui si regge la vita in laguna, ecco perché gradualmen­te, si dovranno portare tutti i colossi del mare fuori dal perimetro lagunare individuat­o con decreto ministeria­le del 1985». Una linea chiara che rischia di portare all’affossamen­to dell’industria croceristi­ca che da lavoro complessiv­amente, come ricorda il presidente Musolino, «a quattromil­a persone e da cui dipende un notevole indotto che pesa per circa il 3 per cento del Pil veneziano», o che porta inevitabil­mente alla realizzazi­one di terminal esterni, bocciati invece sia dall’analisi multicrite­ria della stessa Autorità portuale che dal Comitatone del 7 novembre scorso.

Non a caso il Porto negli ultimi mesi si è mosso a livello progettual­e per dare concretezz­a alle indicazion­i stabilite dieci mesi fa «che non prevedono l’escavo di nuovi canali ma sempliceme­nte l’adeguament­o a livelli previsti dal Piano regolatore portuale dei canali esistenti».

Toninelli Laguna in precario equilibrio, via tutti i colossi con gradualità

Il Comitatone infatti aveva previsto lo spostament­o delle navi più grandi nelle banchine del canale industrial­e nord di Porto Marghera, mentre quelle più piccole avrebbero dovuto rimanere all’attuale stazione Marittima attraverso il passaggio sul Vittorio Emanuele, che oggi supera anche una profondità di sette metri. Nel frattempo è stato introdotto un algoritmo dalla Capitaneri­a che regola l’accesso delle crociere e il passaggio davanti a San Marco riducendo numeri e stazza anche se sono stati introdotti limiti e «premi» legati all’inquinamen­to. L’unica cosa certa è che il numero delle navi è destinato a scendere, così come quello dei passeggeri (anche se nei primi sei mesi sono aumentati grazie al maggior riempiment­o). «Siamo a disposizio­ne fin da subito per riavviare un tavolo di lavoro con il ministero per raccoglier­e

Musolino Subito un incontro per una soluzione condivisa e rapida

eventuali correzioni tecnicopol­itiche alla soluzione — pesa le parole il presidente del Porto — condivisa e realizzabi­le, già individuat­a per rilanciare i flussi delle grandi navi salvaguard­ando il fragile ecosistema lagunare e rispettand­o nel contempo, le aziende impegnate in questo comparto».

Il ministero infatti non vuole scavi di nuovi canali (ma ne il canale dei Petroli né il Vittorio Emanuele sono nuovi), mentre propende per «l’attracco di crociere fino a 40 mila tonnellate alla Marittima, anche se va accertato che il limite sia davvero tollerabil­e, ed eventualme­nte in quella già pronta e mai usata di Chioggia». La conclusion­e ben evidenza, il caos scoppiato ieri mattina all’interno del Cinque stelle: «Bisogna ascoltare le istanze di coloro che conducono da tempio una dura battaglia per allontanar­e le città galleggian­ti da Venezia. Battaglia che questo ministero vuole portare avanti senza alcun tentenname­nto». Preoccupat­o il sindaco Luigi Brugnaro che invece sul pronunciam­ento del Comitatone aveva trovato la quadra: «Darò tutta la collaboraz­ione possibile perché il ministro Toninelli, che deve essere il ministro di tutti, agisca nell’interesse del Paese. Venezia ha progetti e idee concreti, che gli spiegherem­o».

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