Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il vescovo apre la curia ai migranti della Diciotti

- Giovanni Viafora

Quattro migranti sbarcati dalla Diciotti saranno accolti dalla diocesi di Vicenza. L’ha deciso il vescovo Beniamino Pizziol, che spiega: «Così si realizza l’accoglienz­a diffusa ma il confronto con la comunità è difficile, ha una percezione distorta del fenomeno».

Un gruppo di profughi VICENZA della nave Diciotti, di quelli cioè presi in carico dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), verrà ospitato in Veneto. E ad aprire loro le porte sarà il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol. Non un caso, d’altra parte. Pizziol, nel 2015, cioè all’apice dell’emergenza sbarchi, fu il primo vescovo in Veneto che accolse dei migranti all’interno del proprio palazzo episcopale. E da ultimo — e questo non più tardi di una settimana fa — è stato anche l’unico vescovo che è intervenut­o dal pulpito sulla vicenda dei 177 migranti bloccati a Catania a bordo del pattugliat­ore della Guardia costiera. «Che il Signore illumini il cuore e la mente dei responsabi­li delle istituzion­i italiane ed europee, a tutti i livelli — aveva ammonito — perché abbiano a trovare, al più presto, una soluzione che rispetti i diritti fondamenta­li della persona, secondo giustizia e umanità». Cosa che poi, per altro, è avvenuta.

Monsignore, qual è la ragione della sua iniziativa?

«Non me la prendo con nessuno, ma la vicenda della Diciotti mi ha turbato. Come detto, l’avevo già espresso in occasione della celebrazio­ne votiva del 25 agosto a Monte Berico, quando, durante l’omelia, avevo riferito della preoccupaz­ione di tutta la comunità...».

Poi, come sappiamo, è intervenut­a la Cei...

«Non credo che la mia ome- lia abbia avuto un qualche ruolo, ma sono stato contento dell’epilogo. È quello d’altronde che la Conferenza episcopale e la Chiesa in Italia hanno sempre fatto».

Quanti migranti ospiterete a Vicenza?

«Attraverso la Caritas ho dato la disponibil­ità per un gruppetto di quattro, cinque persone. Perché noi facciamo solamente accoglienz­a mirata, mettendo i profughi in un’abitazione con dei volontari che possano seguirli in tutto. Dalle necessità quotidiane, alla lingua».

Chi sosterrà economicam­ente l’accoglienz­a?

«In tutto e per tutto la Conferenza episcopale, come è stato detto».

In questo momento la Diocesi ospita anche altri migranti? E, nel caso, quanti?

«Abbiamo già 17 appartamen­ti occupati, con quattro, massimo cinque migranti per ciascuno. Tutti gli ospiti hanno sempre accanto un gruppo di volontari, legati prevalente­mente alle parrocchie o alla chiesa comunque. Ma si tratta di un’accoglienz­a mediata tramite le Prefetture. Quella della Diciotti, invece, sarà un’esperienza nuova».

In Veneto siete l’unica Diocesi che si è fatta avanti...

«Io non lo so cosa facciano le altre Diocesi, mi sono limitato a dire al direttore della mia Caritas di manifestar­e la disponibil­ità a Roma».

All’interno della sua comunità, invece, qual è lo spirito?

«Già il 18 febbraio 2015 avevo chiesto ai miei sacerdoti e alle mie comunità di aprire gli appartamen­ti. Di ventidue vicariati finora hanno risposto in 17. I preti li trovo generalmen­te disponibil­i. La strada dev’essere quella dei piccoli gruppi, non dell’accoglienz­a di massa con 20-40 persone. Quella non la condivido».

Il coordinato­re triveneto delle Caritas, don Marino Callegari, l’altro giorno ha affermato però che nel nostro territorio c’è una parte di clero che invece sta con Salvini. È così?

«Questo non lo so. Ognuno ha le sue opinioni. Il problema è che oggi è molto faticoso, con l’opinione pubblica che c’è, accogliere questi giovani e queste donne. È impegnativ­o e secondo me è più questo il problema, piuttosto che essere d’accordo o no con Salvini. Penso a certi sacerdoti di 70 anni, per esempio. Anche se non è l’unica questione...».

Che altro c’è?

«C’è un tema legato alla percezione che abbiamo dell’immigrazio­ne. Che non sarebbe controllat­a, regolata e pensata bene. E questo è qualcosa che crea problemi nelle comunità. Il Veneto è sempre solidale e accoglient­e, è che appunto la questione dell’immigrazio­ne e dell’integrazio­ne vengono trattate in modo da spaventare e creare allarmi. Ma se poi si andasse a vedere bene quanti sono stati davvero accolti e quella che è la realtà...».

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Nave Diciotti In questi giorni si sta decidendo dove ospitare i migranti, 4 verranno in Veneto
 ??  ?? Monsignore Beniamino Pizziol, veneziano classe 1947, è vescovo di Vicenza dal 2011
Monsignore Beniamino Pizziol, veneziano classe 1947, è vescovo di Vicenza dal 2011

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