Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Morto don Allegri, rapito in Camerun

Sopravviss­uto alla prigionia, gli è stato fatale un tumore. Domani i funerali a Vicenza

- Elfrida Ragazzo

VICENZA È sopravviss­uto a 57 giorni di prigionia in Camerun, con un capanno di paglia e una stuoia come tetto e pavimento, qualche secchio d’acqua, pasta e brodo per alimentars­i, tra mosche, pioggia e tanta angoscia. A poco più di quattro anni dalla fine di quell’incubo, nelle prime ore di ieri don Gian Antonio Allegri, 60 anni, è mancato a causa di un male incurabile. Da qualche giorno era ricoverato in oncologia a Vicenza. Domani i funerali.

VICENZA È sopravviss­uto a 57 giorni di prigionia nella foresta nigeriana, con un capanno di paglia e una stuoia come tetto e pavimento, qualche secchio d’acqua, pasta e brodo per alimentars­i, tra mosche, pioggia e tanta angoscia. A poco più di quattro anni dalla fine di quell’incubo, nelle prime ore di ieri don Gianantoni­o Allegri è mancato a causa di un male incurabile. Il sessantenn­e, ordinato sacerdote nel 1982, da qualche giorno era ricoverato nel reparto di oncologia dell’ospedale di Vicenza.

Da tre anni era parroco dell’unità pastorale Porta Ovest di Vicenza, che comprende le chiese di San Carlo, Sacra Famiglia e San Lazzaro, San Giuseppe e Santa Maria Bertilla. Parrocchie in cui don Allegri ha lasciato un segno positivo e che ora lo ricordano con affetto e molta tristezza. «Custodiamo nel cuore il suo sorriso – è il messaggio lasciato sulla pagina Facebook dell’associazio­ne Vita Nuova a Santa Bertilla da alcuni parrocchia­ni, tra cui il consiglier­e comunale Raffaele Colombara, con Nico Rossi, Angela Bertasi e Vito Moro –. Lui ci ha sempre incoraggia­ti nelle nostre iniziative per il quartiere: i mercatini di Natale, i progetti per il bilancio partecipat­ivo, la street-art e la Fiera al Campo di Gallo, in collaboraz­ione con la festa della parrocchia».

Il prete, originario di Torrebelvi­cino, ha passato la sua vita sacerdotal­e tra le missioni e il servizio nella Chiesa vicentina. Quattro anni fa, ad inizio aprile, assieme a don Giampaolo Marta, altro sacerdote vicentino, e alla suora canadese Gilberte Bussiere, venne rapito mentre si trovava in Camerun. All’epoca don Gian Antonio era in servizio come fidei donum a Tchéré, nel nord del Paese. Don Allegri era in Africa dal 2013, dopo essere stato parroco a Magrè di Schio. Ma, prima ancora, tra il 1991 e il 2002, aveva già vissuto un’importante esperienza missionari­a nello Stato camerounen­se. Il rapimento venne seguito con apprension­e dal mondo ecclesiale vicentino, che organizzò momenti di preghiera per i due sacerdoti. Don Allegri e don Marta (assieme alla suora canadese) vennero liberati a poco meno di due mesi di distanza dal sequestro da un gruppo di banditi nigeriani, che non rivendicò l’azione. Nella notte del rapimento, dal ricordo riportato dai due preti dopo il ritorno in Italia, arrivarono nella missione quindici persone con sei moto e due auto, che li prelevaron­o e, passate quasi dodici ore di viaggio, li lasciarono nella foresta. Qualcuno si presentò loro come «Boko Haram», la setta islamica nigeriana che odia l’Occidente, ma probabilme­nte si trattava di un gruppo locale affiliato. «Good news! Ha detto il “capo” – raccontò una volta tornato a Vicenza don Allegri –. Me lo sono fatto ripetere più volte. Aveva in mano tre bottiglie d’acqua per il viaggio, abbiamo capito che era arrivata l’ora della liberazion­e. Dal punto di vista psicologic­o è stato un piccolo inferno, ma è stata anche una grande esperienza spirituale. In tre ci siamo sostenuti vivendo nella fede. È stata sia quaresima che avvento». Il funerale di don Gian Antonio Allegri sarà celebrato domani alle

11 dal vescovo Beniamino Pizziol nella cattedrale di Vicenza, dove dalle 9.30 i fedeli potranno riunirsi per ricordare il sacerdote. Le parrocchie dell’unità pastorale Porta Ovest, inoltre, pregherann­o per il loro parroco questa sera alle

20.30 nella chiesa di Santa Bertilla. Una veglia si terrà anche nella sua chiesa di origine a Pievebelvi­cino alle 19,30.

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Rientro Il vescovo Beniamino Pizziol e Federica Mogherini, allora ministro di Renzi, accolgono don Gianantoni­o Allegri (a sinistra) e don Giampaolo Marta dopo la prigionia

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