Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La vendemmia diventa tecnologica ora tra le viti debuttano i droni
Dal controllo dei vigneti alle previsioni sul raccolto, iniziativa di Confagricoltura
VICENZA È una delle forme di coltivazione più antica. Ma questa volta il connubio è con il futuro. È qualcosa di più di una «vendemmia tecnologica», quella che prenderà il via tra i filari del Vicentino e del Veronese fra pochi giorni. Perché sopra ad alcuni vigneti da qualche tempo sta volteggiando quella che fino a poco tempo fa era la fantascienza. Un «aeromobilie a pilotaggio remoto», vale a dire un drone. Quello che era già stato utilizzato da alcune aziende per dare enfasi ai filmati pubblicitari, con le vigne che sembrano correre. Ma che adesso assume ben altra valenza. Quella di uno «strumento» da utilizzare per la cura delle uve e del terreno.
E se da anni la tecnologia è diventata parte integrante della viticultura con l’utilizzo dei satelliti per «leggere» le condizioni meteorologiche, adesso il volo si fa decisamente più ardito, con la possibilità di studiare le foglie, le malattie, gli interventi di concimazione. L’idea di un «grande fratello» tra i vigneti è venuta a Confagricoltura, che ha messo a disposizione delle aziende un drone per esaminare le curve di maturazione dell’uva e avere una panoramica in tempo reale della situazione di ogni appezzamento. Quindici associati di Verona e Vicenza hanno seguito un corso in cui sono state mostrate le potenzialità anche su altri tipi di colture.
Il «pilotaggio remoto» dell’aeromobile in questione è materia di Luca Leati, che comanda il «gioiellino» acquistato da Confagricoltura. «Quello che abbiamo comprato - spiega - è un top di gamma che può montare fino a 15 chili di fotocamere e sensori. Stiamo cercando di portare le aziende agricole a utilizzarlo, in quanto è molto più preciso di un satellite e meno suscettibile a variazioni meteo. Si può utilizzare per capire lo stato di salute delle piantagioni, ma anche per eseguire mappature. Con i soldi che il Fondo sociale europeo ha messo a disposizione per l’agricoltura di precisione, abbiamo promosso un corso per 15 associati nel corso del quale abbiamo mostrato le potenzialità del drone. Noi offriamo la possibilità di utilizzarlo a tutte le aziende agricole del Veneto senza dover acquistare l’attrezzatura, che è molto costosa e richiede l’impiego di un pilota di drone, munito di patentino, per guidarlo».
E uno che tra i suoi filari lo ha già testato è il presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto, Christian Marchesini. Per la vendemmia di quest’anno l’ho usato per esaminare la vigoria della foglia di vite, importante per programmare con precisione e tempismo la vendemmia e capire dove la concimazione è più corretta, in modo da poter elaborare per il futuro un piano mirato in base alle effettive necessità della vite. Ho eseguito anche una mappatura aziendale precisa della superficie vitata e un video con immagini dall’alto dell’azienda, molto spettacolare». Perché il drone è assolutamente «multitasking»: da una parte buono per l’«agricoltura di precisione», ma dall’altra è utile anche per il marketing. E da lunedì, data prevista di inizio per la vendemmia in Valpolicella delle uve precoci, a volteggiare con storni e merli sui filari ci sarà anche quello strano «uccello tecnologico».
Già sperimentato Ad avere testato il drone è il presidente dei viticoltori Christian Marchesini