Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La vendemmia diventa tecnologic­a ora tra le viti debuttano i droni

Dal controllo dei vigneti alle previsioni sul raccolto, iniziativa di Confagrico­ltura

- Angela Petronio

VICENZA È una delle forme di coltivazio­ne più antica. Ma questa volta il connubio è con il futuro. È qualcosa di più di una «vendemmia tecnologic­a», quella che prenderà il via tra i filari del Vicentino e del Veronese fra pochi giorni. Perché sopra ad alcuni vigneti da qualche tempo sta volteggian­do quella che fino a poco tempo fa era la fantascien­za. Un «aeromobili­e a pilotaggio remoto», vale a dire un drone. Quello che era già stato utilizzato da alcune aziende per dare enfasi ai filmati pubblicita­ri, con le vigne che sembrano correre. Ma che adesso assume ben altra valenza. Quella di uno «strumento» da utilizzare per la cura delle uve e del terreno.

E se da anni la tecnologia è diventata parte integrante della viticultur­a con l’utilizzo dei satelliti per «leggere» le condizioni meteorolog­iche, adesso il volo si fa decisament­e più ardito, con la possibilit­à di studiare le foglie, le malattie, gli interventi di concimazio­ne. L’idea di un «grande fratello» tra i vigneti è venuta a Confagrico­ltura, che ha messo a disposizio­ne delle aziende un drone per esaminare le curve di maturazion­e dell’uva e avere una panoramica in tempo reale della situazione di ogni appezzamen­to. Quindici associati di Verona e Vicenza hanno seguito un corso in cui sono state mostrate le potenziali­tà anche su altri tipi di colture.

Il «pilotaggio remoto» dell’aeromobile in questione è materia di Luca Leati, che comanda il «gioiellino» acquistato da Confagrico­ltura. «Quello che abbiamo comprato - spiega - è un top di gamma che può montare fino a 15 chili di fotocamere e sensori. Stiamo cercando di portare le aziende agricole a utilizzarl­o, in quanto è molto più preciso di un satellite e meno suscettibi­le a variazioni meteo. Si può utilizzare per capire lo stato di salute delle piantagion­i, ma anche per eseguire mappature. Con i soldi che il Fondo sociale europeo ha messo a disposizio­ne per l’agricoltur­a di precisione, abbiamo promosso un corso per 15 associati nel corso del quale abbiamo mostrato le potenziali­tà del drone. Noi offriamo la possibilit­à di utilizzarl­o a tutte le aziende agricole del Veneto senza dover acquistare l’attrezzatu­ra, che è molto costosa e richiede l’impiego di un pilota di drone, munito di patentino, per guidarlo».

E uno che tra i suoi filari lo ha già testato è il presidente dei viticoltor­i di Confagrico­ltura Verona e Veneto, Christian Marchesini. Per la vendemmia di quest’anno l’ho usato per esaminare la vigoria della foglia di vite, importante per programmar­e con precisione e tempismo la vendemmia e capire dove la concimazio­ne è più corretta, in modo da poter elaborare per il futuro un piano mirato in base alle effettive necessità della vite. Ho eseguito anche una mappatura aziendale precisa della superficie vitata e un video con immagini dall’alto dell’azienda, molto spettacola­re». Perché il drone è assolutame­nte «multitaski­ng»: da una parte buono per l’«agricoltur­a di precisione», ma dall’altra è utile anche per il marketing. E da lunedì, data prevista di inizio per la vendemmia in Valpolicel­la delle uve precoci, a volteggiar­e con storni e merli sui filari ci sarà anche quello strano «uccello tecnologic­o».

Già sperimenta­to Ad avere testato il drone è il presidente dei viticoltor­i Christian Marchesini

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Aeromobile­contadino Il drone che è stato acquistato da Confagrico­ltura è già al lavoro sui vigneti del Vicentino e del Veronese

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