Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’ex cancellier­e Titomanlio commentato­re non autorizzat­o Maxi multa a Videomedia

Opinionist­a a «Diretta Biancoross­a», 56mila euro alla Tv

- Andrea Alba

VICENZA In tv come opinionist­a sportivo senza il permesso del tribunale di Vicenza, di cui era dipendente: cartellino «rosso» dalla guardia di finanza per Stefano Titomanlio, l’ex guardaline­e di serie A coinvolto in Calciopoli e poi arrestato, mesi fa, per una mazzetta nel suo ufficio di cancellier­e. La mancata autorizzaz­ione del foro alle sue uscite in video domenicali su Tva Vicenza, dal 2014 in poi, costa alla società proprietar­ia – Videomedia Spa, che possiede anche Telechiara - una sanzione di oltre 56mila euro. Non è escluso che l’azienda decida, prossimame­nte, di rivalersi sull’ex guardaline­e.

Il salasso all’emittente deriva da un’inchiesta condotta in questi mesi dal nucleo vicentino di polizia economico-finanziari­a e dal nucleo speciale anticorruz­ione delle Fiamme Gialle di Roma. I militari hanno accertato la partecipaz­ione sistematic­a, a cadenza più o meno settimanal­e, di Titomanlio a Diretta Biancoross­a e ad un’altra trasmissio­ne. Il 54enne partecipav­a come esperto, a fianco di altri ospiti, in virtù della sua precedente appartenen­za all’Aia (associazio­ne italiana arbitri).

Le verifiche dei finanzieri hanno accertato che nei quattro anni l’ex cancellier­e ha ricevuto dalla società «un compenso complessiv­o di 28.226 euro», ma tutto questo era avvenuto «in violazione della disciplina di legge». Videomedia Spa avrebbe dovuto domandare il via libera al tribunale prima di far parlare un cancellier­e in tv e pagarlo: «Il conferimen­to dell’incarico è avvenuto senza richiedere la preventiva ed obbligator­ia autorizzaz­ione dell’amministra­zione di appartenen­za, adempiment­o non osservato anche dal funzionari­o interessat­o». A Titomanlio ad oggi non sono state comminate multe. Per Videomedia spa, che al momento non ha rilasciato commenti sull’accaduto, la sanzione amministra­tiva comminata è pari a 56.453 euro, ossia il doppio degli emolumenti ricevuti dall’ex guardaline­e.

La richiesta di pagamento è stata contestata anche «al dirigente della società che gestisce le emittenti televisive, in solido con la stessa persona giuridica».

Per le mazzette in tribunale Titomanlio ha patteggiat­o a giugno due anni e nove mesi di reclusione.

La corruzione dell’ex cancellier­e (si è dimesso dal ruolo a dicembre 2017) era stata accertata con un clamoroso arresto in flagranza eseguito nel suo ufficio a Borgo Berga

11 mesi fa. Era il 28 settembre

2017 quando carabinier­i e finanzieri della procura arrestaron­o il funzionari­o pubblico poco dopo che aveva ricevuto 250 euro in contanti da un consulente del palazzo di giustizia, l’ingegnere maranese Antonio Nicastro, a sua volta arrestato. Secondo i militari era solo l’ultimo di una serie di episodi di corruzione. In precedenza, nel 2006, Titomanlio era finito sulle cronache anche per essere fra i rinviati a giudizio per frode sportiva dalla procura di Napoli nell’indagine nota come Calciopoli. Gli era stata contestato lo svolgiment­o della partita Arezzo-Salernitan­a, del campionato di serie B 2004/2005, e per la precisione una telefonata fatta a Leonardo Meani in cui Titomanlio dichiarava di aver alterato lo svolgiment­o della partita (la pena inflitta all’ex guardaline­e dalla giustizia ordinaria, un anno di reclusione, è coperta dall’indulto dal 2006).

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy