Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’ex cancelliere Titomanlio commentatore non autorizzato Maxi multa a Videomedia
Opinionista a «Diretta Biancorossa», 56mila euro alla Tv
VICENZA In tv come opinionista sportivo senza il permesso del tribunale di Vicenza, di cui era dipendente: cartellino «rosso» dalla guardia di finanza per Stefano Titomanlio, l’ex guardalinee di serie A coinvolto in Calciopoli e poi arrestato, mesi fa, per una mazzetta nel suo ufficio di cancelliere. La mancata autorizzazione del foro alle sue uscite in video domenicali su Tva Vicenza, dal 2014 in poi, costa alla società proprietaria – Videomedia Spa, che possiede anche Telechiara - una sanzione di oltre 56mila euro. Non è escluso che l’azienda decida, prossimamente, di rivalersi sull’ex guardalinee.
Il salasso all’emittente deriva da un’inchiesta condotta in questi mesi dal nucleo vicentino di polizia economico-finanziaria e dal nucleo speciale anticorruzione delle Fiamme Gialle di Roma. I militari hanno accertato la partecipazione sistematica, a cadenza più o meno settimanale, di Titomanlio a Diretta Biancorossa e ad un’altra trasmissione. Il 54enne partecipava come esperto, a fianco di altri ospiti, in virtù della sua precedente appartenenza all’Aia (associazione italiana arbitri).
Le verifiche dei finanzieri hanno accertato che nei quattro anni l’ex cancelliere ha ricevuto dalla società «un compenso complessivo di 28.226 euro», ma tutto questo era avvenuto «in violazione della disciplina di legge». Videomedia Spa avrebbe dovuto domandare il via libera al tribunale prima di far parlare un cancelliere in tv e pagarlo: «Il conferimento dell’incarico è avvenuto senza richiedere la preventiva ed obbligatoria autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza, adempimento non osservato anche dal funzionario interessato». A Titomanlio ad oggi non sono state comminate multe. Per Videomedia spa, che al momento non ha rilasciato commenti sull’accaduto, la sanzione amministrativa comminata è pari a 56.453 euro, ossia il doppio degli emolumenti ricevuti dall’ex guardalinee.
La richiesta di pagamento è stata contestata anche «al dirigente della società che gestisce le emittenti televisive, in solido con la stessa persona giuridica».
Per le mazzette in tribunale Titomanlio ha patteggiato a giugno due anni e nove mesi di reclusione.
La corruzione dell’ex cancelliere (si è dimesso dal ruolo a dicembre 2017) era stata accertata con un clamoroso arresto in flagranza eseguito nel suo ufficio a Borgo Berga
11 mesi fa. Era il 28 settembre
2017 quando carabinieri e finanzieri della procura arrestarono il funzionario pubblico poco dopo che aveva ricevuto 250 euro in contanti da un consulente del palazzo di giustizia, l’ingegnere maranese Antonio Nicastro, a sua volta arrestato. Secondo i militari era solo l’ultimo di una serie di episodi di corruzione. In precedenza, nel 2006, Titomanlio era finito sulle cronache anche per essere fra i rinviati a giudizio per frode sportiva dalla procura di Napoli nell’indagine nota come Calciopoli. Gli era stata contestato lo svolgimento della partita Arezzo-Salernitana, del campionato di serie B 2004/2005, e per la precisione una telefonata fatta a Leonardo Meani in cui Titomanlio dichiarava di aver alterato lo svolgimento della partita (la pena inflitta all’ex guardalinee dalla giustizia ordinaria, un anno di reclusione, è coperta dall’indulto dal 2006).