Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Verona in manovra «Aggregazio­ni, nel progetto c’è anche Ascopiave»

Croce (Agsm): «Fusione con Vicenza, poi Pieve di Soligo». Un gruppo da 1,5 miliardi

- di Alessio Corazza

VERONA Nel fare il bilancio del suo primo anno alla guida di Agsm, il presidente Michele Croce ha messo nero su bianco il proposito di una aggregazio­ne con la trevigiana Ascopiave.

La multiutili­ty del Comune di Verona ha in piedi, ormai da due anni, un tavolo per la fusione con Aim, interrotto per le elezioni di Vicenza e che riprenderà una volta che la nuova amministra­zione di Francesco Rucco rinnoverà i vertici della sua utility. Croce ha chiarito però che l’input del sindaco veronese Federico Sboarina è quello di perseguire una «strategia aggregativ­a su base regionale». Di qui la volontà di coinvolger­e, in futuro, anche il player trevigiano, ma solo dopo l’eventuale fusione tra Agsm e Aim. «Sarà, nel caso, un passaggio successivo», ha spiegato Croce.

Ci sono già stati dei contatti, a partire dalla scorsa primavera, sull’asse Verona-Pieve di Soligo, «un dialogo proficuo - dice il presidente di Agsm -, ma attualment­e Ascopiave ha una base sociale in fermento (vedi box accanto, ndr) e dei problemi interni che deve risolvere». La via per una pacificazi­one in Asco è stata tracciata nei giorni scorsi, con una strategia per chiudere le vertenze giudiziari­e aperte, blindare la maggioranz­a pubblica e liquidare i soci che hanno chiesto il recesso, tra cui il privato Plavisgas. Ma a differenzi­are Ascopiave da Agsm e Aim è anche il fatto che la prima è quotata in Borsa. «L’eventuale aggregazio­ne - sottolinea Croce sarebbe anche l’occasione per la nostra quotazione».

Sulla carta, il futuro gruppo avrebbe un valore della produzione di 1,5 miliardi (ottenuti sommando i 716 di Agsm, i 265 di Aim e i 532 di Ascopiave) e un Ebitda di 225 milioni. Numeri non sufficient­i per entrare nella top five delle multiutili­ty italiane (già oggi Agsm, da sola, è la sesta), ma con un peso specifico molto maggiore rispetto a oggi.

Prima, però, va condotta in porto l’operazione tra Agsm e Aim. Il protocollo d’intesa siglato dagli allora sindaci Flavio Tosi e Achille Variati è stato stracciato dai successori. Si lavora su basi nuove in termini di concambio, di governance e di organizzaz­ione aziendale. «La differenza con il passato è che adesso ragioniamo su basi puramente industrial­i», assicura Croce, che vorrebbe un’aggregazio­ne «veloce e concertata». Nelle settimane scorse, si è parlato di un accordo entro fine anno. Nel frattempo, Agsm persegue anche una strategia più «soft» di intese commercial­i con player minori, come Ags e Garda Uno, che operano rispettiva­mente sulla sponda veronese e bresciana del lago, un bacino potenziale di 145 mila utenti.

Nel suo primo anno alla guida di Agsm, dove «abbiamo progettato molto», Croce rivendica anche i primi risultati concreti. In particolar­e, il taglio del 59% delle sponsorizz­azioni, con un risparmio di 978 mila euro, l’estensione della rete di teleriscal­damento nel quartiere fieristico, la nuova procedura interament­e telematica per gli appalti. A breve, verrà presentato il progetto con Volkswagen per fare di Verona una città pioniera della mobilità elettrica, mentre si attende dalla Regione l’ok al progetto «Green City», ovvero il «revamping» dell’ex incenerito­re di Ca’ del Bue, che Agsm vorrebbe trasformar­e in un impianto di produzione di biometano, combustibi­le fortemente incentivat­o dallo Stato.

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Disegno regionale Il presidente della veronese Agsm, Michele Croce (a destra), con il sindaco di Verona Federico Sboarina

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