Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«L’unico problema resta il sequestro della galleria di Malo»
«Mi raccomando, veda di fare veloce». Il governatore Luca Zaia lo sussurra con un sorriso all’orecchio di Matterino Dogliani, presidente di Inc Spa e amministratore delegato di Spv, chino per la firma del protocollo per la legalità.
Dogliani, riuscirete a rispettare il termine indicato da Zaia, dicembre 2020, per l’apertura della Pedemontana?
«Il cantiere procede bene ma tutto dipende dalla galleria di Malo. Sono passati tre anni dal sequestro (deciso dai magistrati dopo la morte di un operaio, ndr.) e non vediamo il perché dei sigilli visto che sono finiti tutti i rilievi. Spero venga dissequestrata presto, lì si decide tutto».
A questo punto sono possibili revisioni al progetto, ad esempio sul tracciato?
«No, assolutamente».
E modifiche alla convenzione e al piano economico finanziario?
«Neppure. In linea teorica sì, perché si tratta di un atto tra noi e la Regione e se ci fosse la volontà di entrambi... ma è impossibile, comporterebbe la rimessa in discussione di tutta l’opera, con nuovi progetti, nuove autorizzazioni...».
Perché avete accettato di rinunciare a 9 miliardi, firmando la terza modifica alla convenzione?
«Dopo la crisi l’opera era in una impasse totale, si rischiava un’incompiuta come tante in Italia, una ferita per il territorio bloccata da contenziosi destinati a durare anni. Abbiamo cercato una nuova formula e l’abbiamo trovata. Ora viene portata a modello in tutta Italia».
Il rischio ora grava sulla Regione.
«Noi avevamo vinto una gara che aveva dei parametri ben precisi, stabiliti dalla Regione, non da noi. Su quella base abbiamo costruito il piano economico finanziario, eravamo in una botte di ferro. Poi la crisi ha rimesso tutto in discussione e abbiamo deciso di far leva su una clausola che permetteva di riequilibrare il piano. Ci si scorda che abbiamo portato in Italia 1,6 miliardi di investimenti esteri».
Avete faticato a chiudere il bond.
«Poteri forti e lobby autostradali hanno fatto di tutto per non farcelo chiudere, se ci fossero riusciti ci avrebbero fatto saltare. Ma scusi, non le pare strano che Cassa Depositi e Prestiti si sia rifiutata di garantire il nostro bond e poi abbia dato ad Autostrade 1,6 miliardi al tasso dell’1,6%?».
Comunque ora siete qui.
«Già, stiamo per aprire il primo stralcio manca solo l’accordo con Aiscat, stiamo trattando».