Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Cinque stelle, nessuna resa sulla Pedemontana: «Sis avrà più soldi di Benetton»
Berti grida allo scandalo e spera ancora di convincere Toninelli
VENEZIA Certo la situazione non è delle più comode: sul palco Matteo Salvini randella sulle Grandi Opere e avverte: «La Pedemontana non si tocca»; al suo fianco Luca Zaia annuisce soddisfatto e annuncia l’apertura della superstrada per fine dicembre 2020; in platea leghisti di ogni ordine a grado applaudono vigorosi; in prima fila il commissario dell’opera, l’avvocato dello Stato Marco Corsini, spiega con puntiglio: «Lo dico da giurista: Toninelli non ha più alcun titolo per intervenire sulla convenzione firmata da Regione e Sis. Lo Stato a questo punto non c’entra nulla»; poco lontano Matterino Dogliani, amministratore delegato di Spv, si gode il momento: «Bene, si va avanti».
Eppure Jacopo Berti, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle a cui non mancano coraggio e un po’ di faccia tosta, se ne sta comunque lì, seduto tra il pubblico della Scuola Grande di San Rocco, per nulla intimorito o imbarazzato dal fatto di recitare il ruolo del guastafeste. Anzi. Non appena Zaia e Salvini danno il rompete le righe, lui riparte all’attacco: «Vi ha fatto venire il voltastomaco sapere quanto guadagnano i Benetton dalle autostrade? - domanda retorica ai giornalisti affiancato da Manuel Brusco, che ha preso il suo posto alla guida del gruppo a Palazzo Ferro Fini -. Bene, chi gestirà la Pedemontana guadagnerà il doppio. Un utile del 47% garantito dai contratti stipulati con la Regione e senza alcun rischio imprenditoriale. Parliamo di 5,7 miliardi di euro, una cifra immorale». E via con i numeri già snocciolati in altre occasioni: «A fronte di un costo per il costruttore di due miliardi e mezzo di euro, dei quali un miliardo già pagato dal socio pubblico, noi cittadini gliela pagheremo 12,1 miliardi di euro. È tutto nero su bianco. Zaia sta facendo a Sis un favore addirittura doppio rispetto a quello che il Pd ha fatto ai Benetton con i contratti sulle autostrade. Zaia è il garante di questo sistema, al quale noi ci opponiamo con tutte le nostre forze».
Ma come? E l’alleanza di Governo? Berti l’ha già spiegato (o meglio, ci ha provato, inutilmente) ai ragazzi che martedì protestavano fuori dal Ferro Fini contro la proposta di legge sulla leva obbligatoria: «Un conto è Roma, un’altra il Veneto. Noi qui stiamo all’opposizione, contro Zaia e contro la Lega». E chiama in causa il ministro dell’Interno e quello delle Infrastrutture: «Salvini ha detto che vuole combattere questo genere di concessioni, scandalose, ma evidentemente non ha capito il bagno di sangue nel quale la Regione sta gettando i veneti. Toninelli è già stato avvertito e io farò di tutto perché questo scempio sia fermato. L’obiezione di Corsini? È il gioco delle tre carte, l’opera una volta è statale, un’altra regionale...».
Non solo il M5S, anche il Pd non si rassegna, con Andrea Zanoni e Claudio Sinigaglia: «La nuova convenzione è un azzardo per le casse pubbliche e rischia di trasformarsi in pesante macigno per le generazioni future. Salvini l’ha letta e avallata? È a conoscenza di tutti i dubbi espressi sia da Anac che Corte dei Conti?». Rincara Cristina Guarda, della lista Moretti: «È intollerabile che si presenti come esemplare un’opera costruita a singhiozzo, interrata in territorio di falda con varianti che evitano al privato l’onere della bonifica delle discariche, per non parlare delle ombre sulla gestione dei lavori che hanno già restituito un operaio morto, degli anni di ritardi negli indennizzi agli espropriati. Intanto il governatore firma per la legalità ma nemmeno risponde alle osservazioni gravi fatte dall’Autorità Anticorruzione».
A difendere l’opera, come già in passato, scende in campo il presidente di Confindustria, Matteo Zoppas: «Per fortuna c’è la volontà politica di non interrompere l’opera, già in stato avanzato. Viceversa, senza giusta causa, avremmo assistito ad un crimine. Il nostro gap competitivo con le imprese estere si misura anche su questo, gli investimenti infrastrutturali ci aiutano a mantenere il passo».